Esce “Il taccuino rosso di Eleanor” di Marzia Carocci.
Un libro amaro, di violenta denuncia di tutti gli orrori della società contemporanea

Comunicato stampa

Un libro amaro, di violenta denuncia di tutti gli orrori della società contemporanea, utile alla riflessione e al dibattito sui nostri tempi e sulla necessità di una speranza, per quanto ardua, per i più giovani e per tutti.

Il disagio adolescenziale, descritto in toni altamente drammatici in una narrazione in prima persona di una ragazza bella, non amata e non voluta da chi l’ha messa al mondo, che cerca il senso della propria esistenza segnata dalla brutalità e dalla violenza.

La tematica ancor più drammatica della prostituzione e dell’abuso sui minori, con la raccapricciante descrizione della lunga serie di orridi adulti che fanno scempio dell’innocenza e della gioia di vivere della protagonista, Eleanor, la quale si aggrappa ai propri sogni, vagheggiando la fuga in un’idilliaca casetta rossa sulla collina, e intanto si aggrappa al diario, un taccuino color porpora, unico regalo ricevuto nell’infanzia dai suoi infelici genitori.

Vi è poi un nucleo tematico di ulteriore drammaticità: quello della disgregazione delle famiglie, dell’indifferenza nei rapporti tra coniugi e tra genitori e figli; e infine la descrizione degli effetti nefasti della tossicodipendenza.

Ilaria Celestini
Direttore della Collana Oltremare – Narrativa

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Il taccuino rosso di Eleanor

Collana Oltremare – Narrativa
Marzia Carocci

15.11.2015, 114 p., brossura

Curatore Ilaria Celestini
Introduzione: Anna Maria Folchini Stabile
Prefazione: Annalisa Soddu
Nota Sociologica: Massimo Rollino
Nota alla lettura: Sandra Carresi
Postfazione: Ilaria Celestini
Direttore collana: Ilaria Celestini

ISBN 978-88-98643-40-0

TraccePerLaMeta Edizioni

E’ possibile acquistare il libro direttamente sul sito del distributore: www.mescat.it
e su tutti gli shop online (Amazon, IBS, Hoepli, LaFeltrinelli, ecc…) oppure ordinandolo in qualsiasi libreria.

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L’immaginazione di un esprimere forte e pulsante chiuso nella delicatezza e nella trasparenza di una parola essenziale, quella della verità.
Esce “Un cuore in organza” di Sandra Carresi

Comunicato stampa

(…) Una donna che scruta e che indaga senza illudersi mai, ma che sa assaporare ogni attimo vissuto, grata al sole, al vento, a un sorriso, alle radici che le appartengono.

La sua attenzione non si limita, però, solo alla propria condizione, ma varca l’osservazione oltre, la Carresi, infatti, pone con linguaggio lirico l’interesse al sociale di cui scava le nefandezze e le ingiustizie, additando con veemenza ai fatti obbrobriosi che ogni giorno circondano la nostra società, vedi la pedofilia, la violenza, la guerra, l’infamia verso il debole.

Spesso aprirsi alla poesia è difficile, a volte è impossibile. Erroneamente si definiscono i poeti persone romantiche, dedite a onirici viaggi, nostalgici e malinconici.

Questo è forse l’errore più grande che si possa fare nei confronti di questo tipo di autori. I poeti sono osservatori del bene e del male, hanno occhi che vedono oltre il visibile e catturano quei riflessi che per altri sono inesistenti.

(…) “Un cuore in organza” non poteva essere titolo più appropriato, l’immaginazione di un esprimere forte e pulsante chiuso nella delicatezza e nella trasparenza di una parola essenziale, quella della verità!

Dalla Prefazione di Marzia Carocci

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Un cuore in organza

Collana Indaco – Poesia
Sandra Carresi

15.11.2015, 74 p., brossura
Curatore: Marzia Carocci
Prefazione: Marzia Carocci
Postfazione: Anna Maria Folchini Stabile
ISBN 978-88-98643-50-9

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Il silenzio uccide due volte: esce il nuovo diario poetico “Le Stagioni di Atma” di Giusy Tolomeo a favore dei bambini siriani

Comunicato stampa

Questo DIARIO POETICO di Giusy Tolomeo, nella sua poliedrica profondità, è quanto di più dolce e forte un poeta possa scrivere su un argomento drammatico come la guerra, soprattutto se si tratta di una guerra intrisa del sangue di tanti bambini innocenti. La poetessa inizia il suo canto con un’affermazione: “I bambini di Atma non hanno le scarpe…” per concludere che, una volta sterminati, essi se ne andranno assieme al silenzio della notte con scarpe leggere, scarpe di vento, le stesse che riusciranno a portarli lontano dal dolore: “Se ne vanno nel silenzio della notte come un lieve sussurro inespresso, come pianto infinito di stelle”. E, mentre si legge la devastazione di una terra simile a un paradiso, si susseguono immagini drammatiche che lasciano, però, aperto un varco alla speranza. La morte e la vita sono i temi dominanti di questo libro unico nel suo genere, quasi a voler dimostrare che il Bene vince sempre sul Male, che una carezza vale più di tante ferite subite nel corpo e nell’anima.

La poetessa, in un susseguirsi di assonanze cariche di vissuto, si muove tra gli ulivi d’argento, gli stessi della terra che l’hanno vista bambina correre per sentieri profumati di gelsomini e che hanno creato nella sua anima una nicchia dove cercare ristoro. Così nel “Bambino di schiuma” fa parlare una mamma che cullando il suo bambino canta:

“Dormi, bambino, il tramonto è lontano/chiudi i begli occhi ora pian piano/Tu non temere il silenzio profondo/a te canterò di un nuovo mondo…”.

Dalla Prefazione di Giorgio Grasso

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Le Stagioni di Atma

Collana Indaco – Poesia
Giusy Tolomeo

14.9.2015, 116 p., brossura
Curatore: Anna Maria Folchini Stabile
Prefazione: Giorgio Grasso
ISBN 978-88-98643-42-4

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Centouno liriche che si leggono tutte d’un fiato, come una sola lunghissima, ininterrotta composizione poetica, nella luce, nell’aria di un sentimento vitale, in un amoroso, gioioso flusso di pensiero.

Esce “Dillo a te sola” di Giusy Tolomeo

Comunicato stampa

La siciliana Giusy Tolomeo, scrittrice e poetessa: è autrice di due romanzi (Dune, del 1994 e tuttora inedito; Il giovane Siddharta, pubblicato nel 1998 con il gruppo Edicom) e di una raccolta di poesie, Davide e Betsabea (Albatros, 2012); ritorna qui con una seconda silloge, Dillo a te sola, una raccolta di poesie d’amore, dove questo tema viene affrontato per ben centouno titoli e in tutte le più varie sfaccettature, senza mai giungere a una connotazione specificatamente di poesia erotica. In queste liriche l’amato, come ci avverte in dedica la stessa poetessa, viene idealizzato (da cui il titolo dell’intera raccolta) assumendo caratteristiche superumane, quasi divine: “All’Uomo che venne/ In sembianze diverse/ Perché io lo amassi/ Al di fuori del Tempo/ Al di là dello spazio.”
Da notare il maiuscolo all’inizio di ogni verso, non solo in questa dedica ma in tutte le poesie della raccolta, come se la poetessa volesse sottolineare l’importanza di ogni singolo verso, come di un mondo a parte, dove ama rifugiarsi. La scrittura in versi, quasi quotidiana e per poco più di un anno, come possiamo notare dalla data in calce ad ogni singola lirica.

Dalla Prefazione di Emanuele Marcuccio
Curatore dell’opera

Centouno liriche che si leggono tutte d’un fiato, come una sola lunghissima, ininterrotta composizione poetica, nella luce, nell’aria di un sentimento vitale, in un amoroso, gioioso flusso di pensiero.

Dalla Postfazione di Luciano Domenighini

Quasi un diario poetico che, nel succedersi progressivo dei giorni, esplica il variegante dipanarsi del sentire e del vivere l’amore per un lui, ora tangibile realtà, ora sogno e chimera. I versi talvolta sembrano esprimere l’ancestrale ed adolescente input all’amore che, nel suo primo apparire nell’anima, cerca sinfonica rispondenza per raggiungere la pienezza dell’io. In tale ricerca, la complicità degli elementi della natura che ridono o piangono insieme a lei, spesso in un consustanziale sentire o panica sintesi che innalza il desiderio dell’io a cosmica condivisione.

Il linguaggio poetico insieme nitido ed etereo, analogico o comparativo è adeguato alla proposizione verbale dell’ispirazione che trova nel coinvolgimento simbiotico della natura, lo strumento più idoneo all’espressione del possesso o dell’aspirazione all’oggetto del desiderio e nello stesso tempo, ad una sua mitica trasfigurazione. A tale esito, nello scorrere fluente e libero dei versi,concorrono anche le numerose occorrenze di amare/amore e le frequenti anafore, che marcano con il ripetersi a inizio verso delle parole, le coinvolgenti sensazioni ed emozioni della poetessa.

Dalla Quarta di Copertina di Francesca Luzzio

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Dillo a te sola

Collana Indaco – Poesia
Giusy Tolomeo

4.9.2015, 136 p., brossura
Curatore: Emanuele Marcuccio
Prefazione: Emanuele Marcuccio
Postfazione: Luciano Domenighini
Quarta di copertina: Francesca Luzzio
Direttore Collana Indaco – Poesia di TPLM: Marzia Carocci
ISBN 978-88-98643-41-7

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Alciator evidenzia in ogni suo verso le varie piaghe del nostro vivere terreno in cui il problema dell’anziano, la distruzione nell’alcol, l’attesa di una carezza, diventano istanti di bisogno e di domande dove l’autore stesso cerca di darsi risposte, vuoi per colmare i silenzi interiori, vuoi per sentirsi parte di un mondo spesso distratto e cieco nei confronti delle debolezze e dei bisogni esistenziali di chi non ha voce o non ha la forza di alzarla.
Definirei il viaggio letterario di Alciator un lungo monologo che in primis dice a se stesso e poi lo estende a chi saprà ascoltare le sue invocazioni e costatazioni personali, così simili a tanti esseri umani.
Parole sofferte, ricerche di approvazioni e di asserzioni da parte di chi saprà ascoltare i suoi slanci emotivi in cui il sentimento e la sofferenza si abbracciano nell’unica voce che egli esprime: quella del cuore.
L’Autore usa le sue parole come sfogo emotivo, perché a lui non interessa se la poetica è tecnicamente perfetta, scritta in metrica, in verso sciolto o libero, a lui interessa l’espressione di un’anima da esternare con le proprie paure, tensioni o semplicemente sussurrare ciò ch’egli sente di dire in quel bisogno incondizionato di umanità e di necessità ad aprirsi verso il vivere quotidiano fatto di riflessi e di contraddizioni dove il buono e il cattivo vivono e convivono insieme.

MARZIA CAROCCI

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Il poeta, la maschera e il make-up

Collana Indaco – Poesia
Claudio Alciator

23.11.2014, 72 p., brossura
Curatore: Marzia Carocci
Prefazione: Marzia Carocci
ISBN 978-88-98643-38-7

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I ricordi, la nostalgia, il bisogno di ritrovarsi nel nostro vissuto, nelle nostre radici e soffermarsi a riflettere di un tempo amato, consumato, appartenuto rendendosi conto poi, che per amore, affetto e dedizione, è possibile rivivere e riappropriarsi di un passato sempre vivo e presente in ogni giorno.
Un viaggio meraviglioso dove “fili rossi” uniscono ieri a oggi e dove un padre materialmente scomparso lascia tracce di sé per amore e protezione eterna.
Letizia Castaldo in questo suo libro/diario, ci apre la porta del suo essere bambina, poi donna e fenice di sé in quella ripresa vitale d’eterea farfalla in volo…
Bellissime immagini che l’autrice con grande carisma rende particolarmente vive e visive, momenti fatti di realtà mnemonica e di spiritualità necessaria al senso e al bisogno di credere per non sentirsi foglia al vento o granello di sabbia.
La vita ci mette spesso di fronte a prove difficili e la nostra debolezza umana diventa quasi palpabile e ben visibile a noi stessi; a volte vorremmo eliminarla, sradicarla, odiarla, molte altre volte, invece ne diventiamo parte e allora cerchiamo di trovarne il senso e magari sopravvivere proprio per ciò che ci ha regalato.

MARZIA CAROCCI

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Lunghi abbracci di filo rosso…

Collana Oltremare – Narrativa
Letizia Castaldo

9.7.2015, 264 p., brossura
Curatore: Marzia Carocci
Prefazione: Marzia Carocci
Direttore Collana Oltremare – Narrativa di TPLM: Ilaria Celestini

ISBN 978-88-98643-39-4

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Un Dio di tenerezza infinita, che è vicino agli uomini e che si è fatto Uomo; un Dio che è Padre e Madre insieme, e che sostiene le Sue creature con misericordia e compassione; un Dio che è Amore, un Amore che permea di Sé il mondo intero e l’universo: la visione della vita di questo prezioso libro di Bruno Massaro è rasserenante e invita alla speranza.
E nel contempo è un testo che scava in profondità le miserie e le debolezze umane, puntando il dito sui mali che affliggono la società del benessere.
(…)
Con taglio sociologico, ma anche psicologico e filosofico, l’autore compie un viaggio metaforico alla ricerca dei fondamenti della religiosità più autentica, che va oltre le appartenenze individuali, oltre i rituali e oltre le forme e le formule esteriori, per richiamare all’importanza di una scoperta e di una riscoperta di un rapporto più intimo con Dio, con lo Spirito vitale che dona vita alla dimensione materiale e all’anima.

(dalla postfazione di Ilaria Celestini)

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Il profondo Respiro dell’Anima

Collana Luce – Spirituale
Bruno Massaro

Introduzione: Don Arturo Balduzzi
Postfazione: Ilaria Celestini

13.4.2015, 162 p., brossura
Curatore: Ilaria Celestini

ISBN 978-88-98643-34-9

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E’ noto che Filippo Maria Beltrami, il “Capitano”, morì nel febbraio del 1944 a Megolo di Pieve Vergonte con gran parte dei componenti della sua banda, dando il via, di fatto, alla guerra partigiana.

E’ meno noto che la moglie, Giuliana Gadola Beltrami, la “Signora dei ribelli”, aveva casa di campagna a Bodio Lomnago, sul lago di Varese, ove soggiornò a lungo fino alla morte (2005) e ove stavano i tre figlioletti mentre lei si trovava all’alpe Camasca presso Omegna ad “accudire” la banda del marito.

Il Museo Appenzeller di Bodio Lomnago per il 70esimo della liberazione ha allestito una mostra (ingresso libero, apertura il pomeriggio dal 25 Aprile al 9 Maggio, 335 7578179 per informazioni o prenotazioni) ) con un’ampia documentazione anche inedita sul Capitano e su altri personaggi della Resistenza, come i partigiano Bai e Brusa, fucilati a Lomnago, o altri dal comportamento ambiguo, che comunque si sono confrontati con essa, come ad esempio il famoso ingegner Piero Puricelli, costruttore della Milano Varese, la prima autostrada del mondo.

La mostra consiste di cartelloni esplicativi, documenti, giornali, oggetti, cimeli, ricostruzioni di un posto comando partigiano e di uno dell’esercito e altro ancora.

Il 7 maggio una conferenza tenuta da Michele Beltrami, il figlio del Capitano, e dallo storico Mauro Begozzi concluderà la mostra.

La storia si può fare anche partendo dalle strade che percorriamo tutti i giorni, senza magari conoscere i valori di Libertà che i personaggi cui sono dedicate ci trasmettono da 70 anni.

 

Liborio Rinaldi
Conservatore Appenzeller Museum
www.museoappenzeller.it

25Aprile

Comunicato stampa

Il testo, a opera di p. Giovanni Belloni, sacerdote missionario del PIME di Milano, è ascrivibile al genere dell’autobiografia spirituale e della testimonianza, pubblicato dietro esplicita richiesta dei numerosi amici ed estimatori della singolare esperienza dell’autore.

Nella ventina di capitoli di cui si compone il racconto, infatti, viene tracciata la storia della vocazione prima al sacerdozio e alla vita attiva nelle missioni del Bangladesh, dove p. Belloni ha trascorso un servizio più che ventennale, dirigendo anche l’Istituto per l’assistenza ai malati di lebbra, e, in un secondo momento, la maturazione della vocazione contemplativa con la pratica dell’ascesi cristiana condotta secondo la modalità tipicamente orientale e in particolare induista dell’ashram: una comunità di preghiera, servizio e meditazione, aperta a persone di ogni parte del mondo e di tutte le fedi e gli orientamenti filosofici.

La narrazione, condotta in prima persona, è una sorta di diario, che mai indulge al compiacimento narcisistico o al gusto dell’esotismo e della curiosità, ma, puntualmente, senza reticenze, esprime i dubbi, le difficoltà materiali e soprattutto morali che una simile scelta comporta.

Particolare risalto viene dato all’esperienza del deserto, in senso spirituale, dove la notte dell’anima ben nota anche a Madre Teresa di Calcutta e a tutti i mistici, conduce a esplorare modalità di vivere la religiosità in modo più intimo e personale, nella ricerca interiore di Dio e nel contempo porta a scoprire la dimensione profondamente olistica, in cui tutto è uno, dell’essere umano e del mondo.

Grazie agli insegnamenti di un maestro di yoga, infatti, p. Belloni ha potuto prendere consapevolezza dell’importanza del corpo, come strumento di aiuto e servizio al prossimo, ma anche a se stessi, da non idolatrare ma al tempo stesso da conoscere e rispettare, quale vero e proprio tempio dello spirito che ci permette di comunicare e interagire con gli altri.

Il vero insegnamento spirituale, però, è stato per l’autore il rapporto con p. Bede Griffiths, monaco camaldolese per quarant’anni in India, dove ha guidato una comunità ashramitica internazionale, seguendo a sua volta l’esempio di altri sacerdoti cattolici che hanno costruito comunità in dialogo interreligioso nel rispetto delle tradizioni locali e nella fedeltà all’identità cristiana.

Padre Griffiths diviene per l’autore il guru per antonomasia, colui che lo introduce all’esperienza spirituale più autentica con Dio e al fiorire della propria seconda vocazione, quella monastica e contemplativa, che non è fuga dal mondo o dalle difficoltà della missione, ma è un’immersione al centro del mondo stesso, dell’universo e del proprio cuore, nell’unità di corpo-mente-spirito per essere ancora di più al servizio degli uomini del proprio tempo e della nostra travagliata società.

Tornato in Italia, infatti, p. Belloni ha condotto esperienze di tipo meditativo e contemplativo ashramitico, dove persone in ricerca interiore e spirituale potessero fare un profondo e  autentico silenzio dentro di sé, per scoprire o riscoprire, attraverso il deserto e il farsi tabula rasa dei rispettivi schemi usuali, la Presenza che sola dona significato all’esistere e al mondo.

Queste esperienze sono state sempre improntate al profondo rispetto della personalità e della libertà di ciascuno, dato che il vero guru non intende suscitare alcuna dipendenza psicologica, ma anzi, ha il compito primario di guidare alla scoperta di se stessi e del proprio peculiare percorso di vita.

In questo senso si spiega il titolo del libro, in cui il maestro spirituale è semplicemente un tramite verso la Meta ultima, un mezzo e non un fine, come il dito che secondo il proverbio indica ai viandanti la luna.

Un testo scritto in stile chiaro e colloquiale, utile a ogni tipologia di lettori, dal laico impegnato e ricco di domande sul significato della vita, al credente che desidera approfondire la dimensione vocazionale, al catechista che ha la possibilità di proporre una serie di riflessioni sul senso religioso più profondo, ai formatori in ambito scolastico, laicale o ecclesiastico, che possono trovare spunti ed esempi pratici sul percorso missionario e insieme contemplativo e sulla necessità di venire in aiuto ai molteplici bisogni degli occidentali contemporanei, spesso materialmente agiati, ma poveri di significato di fronte alla realtà del mondo e della quotidianità.

(ILARIA CELESTINI)

139_Grazie_al_dito_che_mi_indicò_la_Luna_900Grazie al dito che mi indicò la Luna
Un cammino di umanizzazione dell’esperienza religiosa

Collana Luce – Spirituale
p. Giovanni Belloni

28.3.2015, 244 p., brossura
Curatore: Ilaria Celestini
Prefazione: Antonia Tronti
Postfazione: Ilaria Celestini

ISBN 978-88-98643-31-8

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La silloge di Anna Scarpetta è una voce fuori dal coro, che attraverso molteplici tonalità invoca ciò che il cuore suo sente. La poetessa non s’inerpica nella ricerca di idiomi complicati e difficili costruzioni, ma scrive con estrema veridicità e semplicità in un verso prosastico liberatorio, rendendolo messaggio comprensibile e di grande senso civico/umano oltre che evocativo e riflessivo.

Ogni sua lirica è contemplazione e osservazione del mondo dentro e fuori di sé dove ogni elemento è valutabile: l’amore, la fede, la speranza e l’incanto. Un diario allo specchio grazie al quale la poetessa sfoga ogni sua indagine introspettiva in quell’incanto determinato dalla sua indubbia profondità d’animo che la contraddistingue.

La poetessa susciterà ricordi lontani e li ripercorrerà con la mente in quella osservazione che è peculiare di un’età matura dove l’importanza dei giorni trascorsi diviene energia per quelli da vivere.

Anna Scarpetta conosce, vive, assapora, abbraccia questo suo universo poetico con timidezza, con nostalgia, con dolore, con gioia e forte impatto emotivo. Il tutto con infinito amore per la poesia.

Nella sua voce sentiremo canti di un tempo, preghiere di fede e di domande, lacrime di perdite, ma tanta luce in fondo al cuore dove c’è spazio di attese, di speranze in quell’amore per la gente, per Dio, per la pioggia, per sua madre e per le GOCCE DI RUGIADA che Anna Scarpetta trasforma in delicate poesie.

(MARZIA CAROCCI)

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Collana Indaco – Poesia
Anna Scarpetta

28.3.2015, ebook formato kindle
Curatore: Marzia Carocci
Prefazione: Marzia Carocci

ISBN 978-88-98643-33-2

TraccePerLaMeta Edizioni

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