museo_appenzellerL’Appenzeller Museum è nato nel 2009 come museo etnografico di famiglia.
Rapidamente si è espanso nello spazio e nella tipologia delgi oggetti raccolti, anche grazie a numerose importanti donazioni.
Oggi copre, nelle sue varie sezioni, un’area di 300 mq con decine di migliaia di “pezzi”, che coprono i più svariati interesse, ed è ubicato nelle prestigiose ex scuderie del conte Puricelli a Lomnago.
E’ stato ideato e viene gestito dall’ingegner Liborio Rinaldi.
Il museo è oggetto di numerose visite da parte di privati, associazioni, scuole; su di esso sono stati fatti servizi da parte di La6, Rete 55 e recentemente da Varese News.
Nell’ampia corte si sono tenute rappresentazioni teatrali e si è svolto un raduno di Ferrari e auto d’epoca.

La Voce del Museo vuole essere un metodo veloce per raggiungere tutti contrabbbandieri di cultura. Viene inviato mensilmente per e-mail.
Sul sito www.museoappenzeller.it viene creato un archivio storico con la possibilità di scaricare i singoli numeri.

Febbraio 2014, anno II, numero 2

La Poesia del mese: LEVIGATE TRASPARENZE di Paola Surano (pag.6)

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Locandina Recanati 2° Concorso Letteraria Nazionale TraccePerLaMeta

Per coloro che verranno a Recanati il 10 maggio p.v. alla Premiazione del 2° Concorso Letterario TraccePerLaMeta, di seguito alcune informazioni logistiche importanti:

1. Come raggiungere la città (in base ai vari mezzi): http://www.recanatiturismo.it/trasporti

2. Dove alloggiare (a seconda del tipo di alloggio): http://www.recanatiturismo.it/ospitalita

Si fa presente che gli agriturismi, i country house ed alcuni degli alberghi si trovano al di fuori delle mura della città e dunque non raggiungibili comodamente per chi non ha un mezzo proprio. In loco, vicinissimo al luogo dell’evento, nel pieno centro ci sono due hotel:

Leggi Tutto:

Itaciart&cult
presenta

Silvio Ferragina
Sperimentazioni calligrafiche

a cura di Adriana Iezzi

Roma, 21-22 marzo
Istituto Confucio di Roma, Galleria Frammenti d’Arte

Itaci art&cult presenta Sperimentazioni calligrafiche, prima esposizione personale di Silvio Ferragina, in mostra dal 22 marzo presso la Galleria Frammenti d’Arte e presentata il 21 marzo presso l’Istituto Confucio, con una performance di improvvisazione calligrafica di anteprima.

Maestro calligrafo tra i pochi artisti occidentali attivi nel panorama della calligrafia sperimentale contemporanea cinese ed asiatica, accanto ad una produzione artistica d’ispirazione classica, Ferragina propone una rielaborazione tout-court del concetto stesso di “calligrafia”, con percorsi di ricerca che spaziano nel mondo della scultura calligrafica e indagano la dimensione delle performance calligrafiche live multimediali.

Un artista che offre un mirabile esempio di cosa significhi travalicare i confini delle culture attraverso i linguaggi dell’arte.

Gli eventi sono promossi e realizzati da Itaci art&cult con il sostegno dell’Istituto Confucio, Dipartimento Istituto Italiano di Studi Orientali ISO, Università “Sapienza” di Roma e della Galleria Frammenti d’Arte, Roma. Si ringrazia Casale del Giglio e Fosca Maddaloni.

Silvio Ferragina
Sperimentazioni calligrafiche

21 marzo, ore 18.00
Performance calligrafica
Istituto Confucio, Dipartimento Istituto Italiano di Studi Orientali ISO, Università “Sapienza” di Roma
ex-Caserma Sani, Via Principe Amedeo 184, Roma, aula magna

22 marzo – 10 aprile
Mostra personale
Galleria Frammenti d’Arte
Via Paola, 23, Roma – Vernissage ore 18.30

Itaci art&cult
itaciartcult.wix.com/italychina | www.facebook.com/events/265817110247931

Ufficio stampa Frine Beba Favaloro – frinebeba@gmail.com | +39 3491753657

Frine Beba Favaloro 斐瑞澜
Itaci art&cult 中意文艺
Cell 手机 +39 349 1753 657
http://itaciartcult.wix.com/italychina

Silvio Ferragina_Sperimentazioni calligrafiche_Roma_21-22 marzo 2014

1. CONFERENZA DI LETTERATURA
2. READING POETICO
3. I DISTURBI DEI COMPORTAMENTI ALIMENTARI (DCA): PARLANO GLI ESPERTI

disagio_e_letteratura_eurocentres_firenze

Link dell’album fotografico:

http://www.tracceperlameta.org/foto-disagio-e-letteratura-eurocentres-firenze-15-febbraio-2014/

Antologia Disagio e letterartura

La conferenza

Il diario di una donna reclusa
Manicomio 1914. Gentilissimo sig.re Dottore, questa è la mia vita di Adalgisa Conti
MARZIA CAROCCI (poetessa, scrittrice e critico-recensionista)
Marzia Carocci ha conosciuto personalmente la malata che venne internata all’Ospedale Psichiatrico di Arezzo nel 1914, all’età di ventisei anni. In quella clinica lavorava la madre di Marzia e lei stessa la conobbe quando era molto anziana. Adalgisa Conti fu rinchiusa e ricoverata con violenza in manicomio, dove trascorse tutto il resto della sua vita. La diagnosi medica dell’epoca fu “delirio di persecuzione tendente al suicidio”, ma in realtà i maltrattamenti, i tradimenti e la violenza psicologica di suo marito l’avevano resa semplicemente depressa, male che in quei tempi non era riconosciuto come malattia. Il libro nasce da una lettera che la stessa Adalgisa consegnò al suo psichiatra, per poi vivere il resto della sua vita in un lungo e doloroso mutismo.

Il disagio allo specchio: riflessi personali, sociali e letterari
RITA BARBIERI (docente di lingua e letteratura cinese)
A partire dalla letteratura del ‘flusso di coscienza’ del ‘900, in cui si analizza l’aspetto psicologico dei personaggi in relazione a sé stessi e alla società, il simbolo dello specchio è diventato un leit motiv a livello letterario. Lo specchio è un modo per guardarsi, osservarsi, capirsi dall’interno ma anche dall’esterno: lo specchio riflette ciò che si è e ciò che si appare. Ma spesso, è il modo di guardarsi allo specchio a fare la differenza: lo specchio può diventare così un nemico e generare una forma di disagio che può sfociare in disturbi di vario tipo. Partendo da un’analisi letteraria di alcuni testi moderni e contemporanei, ci si interroga sull’origine e sugli effetti di questa particolare forma di insicurezza e disagio personale e relazionale.

Il simbolo come terapia: scrittura e autobiografia nella letteratura della migrazione italofona
VALERIA NICU (saggista e traduttrice)
Nell’intervento si darà spazio al potere terapeutico della parola, della scrittura, del simbolo nella letteratura della migrazione e si analizzerà il significato del diffuso ricorso di quest’ultima all’autobiografia. Il disagio affrontato nella migrazione comporta scissione e frantumazione identitaria, trauma e instabilità esistenziale. Lo scrittore migrante, provato nella personalità e nella psiche, incapace di restituirsi un’immagine integra di sé, sceglie di ricostruirsi corpo poetico, ricrearsi nel potere del simbolo trovando una nuova sede identitaria nella scrittura. Se infatti l’esperienza migratoria sfalda e allenta le fibre esistenziali, scrivere aiuta a ri-narrare, ri-intrecciare la trama spezzata e dispersa perché siamo fatti di storie e le storie che ammalano possono diventare storie che curano.

Il suicidio come forma di liberazione dal male
L’annegamento nell’Ouse e l’ultimo carteggio su Virginia Woolf
LORENZO SPURIO (scrittore e critico letterario)
Più di settanta anni fa Virginia Woolf chiudeva il capitolo della sua sofferta vita, uscendo di scena come in un’inaspettata tragedia greca. Il disturbo dissociativo e bipolare della donna, testimoniato anche attraverso una copiosa letteratura epistolare, parla di un gravoso senso dell’esistenza dominato da un mal di vivere angosciante nel quale la solitudine e la depressione finirono per dominare.
Da paladina della coscienza, ad anima dannata che si arroga il diritto alla morte.
Molto si è scritto sul suo disturbo, ma poco si è detto sulla considerazione-critica al gesto ultimo, clamoroso nella società inglese che l’indomani del suicidio generò un aspro dibattito a distanza.

Il Reading Poetico

Monica Ravalico, Bartolomeo Bellanova, Luisa Bolleri, Graziella Capelli, Maria Luisa Seghi, Massimo Acciai, Grazia Finocchiaro, Sara Galletta, Luca Gini, Hazem Kamal, Valentina Meloni, Carlo Murzi, Claudia Piccini, Caterina Pomini, Iuri Lombardi, Carmelina Rotundo, Anna Scarpetta, Paola Prinzivalli, Alessia Ranieri, Lenio Vallati, Sandra Carresi, Paola Surano e Anna Maria Folchini Stabile.

I disturbi dei comportamenti alimentari (DCA): parlano gli esperti

L’insostenibile leggerezza dell’essere: giovani e disturbi dell’alimentazione
DR. SSA BARBARA MEZZANI
(Coordinatrice Compartimento Disturbi Alimentari — Casa di Cura Neuropsichiatrica “Villa dei Pini”, Firenze)
Negli anni sono aumentati notevolmente i disturbi dell’alimentazione: si forniranno delle note epidemiologiche sulla questione per passare poi alla descrizione dei disturbi dell’alimentazione, fra i quali le disfunzioni alimentari più comuni. Si esporrà qualche caso clinico in maniera descrittiva e discorsiva tracciando con attenzione le cause dei disturbi alimentari e accennando alle possibili cure.

Cosa emerge, al di là del cibo, nei disturbi alimentari
DR. LORENZO FRANCHI
(Psicologo e psicoterapeuta, Presidente dell’Ass. DEDALO di Firenze e Resp. FIDA per Firenze)
Si affronterà la questione dei disturbi alimentari da una prospettiva psicoanalitica mettendo al centro l’idea che il sintomo è qualcosa che tiene assieme, la concrezione di un disagio che infondo ha ben altre origini.

Libra Associazione disturbi alimentari: esperienze raccolte in sei anni di attività
DR.SSA STEFANIA PALLINI
(Medico chirurgo specializzato in Endocrinologia, Presidente dell’Ass. LIBRA, Livorno)
L’intervento verterà sugli scopi della associazione, la risposta da parte dei cittadini e gli obiettivi futuri.

 

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Comunicato stampa

Memorie_intrusive_Ilaria_CelestiniDopo la prima raccolta datata 2011 dal titolo intimo e sussurrato Parole a mezza voce nella sera, la bresciana Ilaria Celestini ritorna con un nuovo lavoro concettuale, raccolto attorno al titolo di Memorie Intrusive. Il nuovo libro, edito da TraccePerLaMeta Edizioni, è un ricco scandaglio della psiche in un universo negletto, fatto di devianza, storture e dove domina la logica dell’inganno, del potere e della sopraffazione. Con una ricca proprietà di linguaggio, la nuova poesia di Ilaria Celestini sembra oltrepassare la metafora per donarsi al lettore in maniera vivida, autentica e direttamente comprensibile senza far ricorso ad analogie. E’ una poetica che affronta temi duri, dolorosi e che sono impiegati dalla donna quale chiaro segno di denuncia, di una realtà –tanto personale che pubblica- che non più sottostare alle bieche regole dell’omertà.

Tacendo una violenza, diventiamo partecipi di essa, e ne produciamo una ancora più grave. E’ questo il messaggio che sembra dare la poetessa.

Dalla prefazione di Loreno Spurio si legge: La silloge non è solo una chiara denuncia sociale di ciò che spesso accade nel mondo, nel nostro paese o nella casa dei nostri vicini, ma di quanto sia importante e imprescindibile denunciare fatti [indecorosi] affinché si impedisca [alle] persone malate di perpetuare le proprie devianze e si metta al bando una volta per tutte la falsa e denigrante definizione di “sesso debole”.

ILARIA CELESTINI. Bresciana di nascita, cittadina del mondo per elezione, Ilaria Celestini dopo la maturità classica ha lavorato nel settore delle vendite editoriali; successivamente si è laureata con lode in Materie Letterarie e in Lettere e Filosofia presso l’università cattolica del Sacro Cuore, perfezionandosi in retorica e semiotica letteraria. E’ stata docente di Lettere nella scuola secondaria e ha operato nell’ambito del recupero degli allievi svantaggiati, minori e adulti, con grande soddisfazione.
Si dedica alla scrittura dal 2010; sue liriche di argomento esistenziale, sociale e amoroso sono state premiate e inserite nelle raccolte antologiche dei più prestigiosi premi letterari italiani e internazionali.
Ha pubblicato le raccolte Parole a mezza voce nella sera (Aletti, 2011) e Memorie intrusive (TraccePerLaMeta Edizioni, 2014).
E’ inoltre autrice di articoli, racconti, recensioni, ed è spesso ospite in trasmissioni radiofoniche in qualità di specialista di letteratura italiana.

Memorie intrusive
Ilaria Celestini

Collana Indaco – Poesia

27.1.2014, 60 p., brossura
Curatore Spurio Lorenzo
ISBN 978-88-98643-11-0

TraccePerLaMeta Edizioni

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“Memorie intrusive“. Quando prendo un libro tra le mani, mi soffermo molto sulla copertina e sul titolo: ebbene questi due elementi mi hanno profondamente colpita nel testo di Ilaria e mi sembrano assolutamente incisivi ed adatti a rappresentare dall’esterno il contenuto della silloge, che si presenta come denuncia sociale, sacrosanta, del male che può colpire, e colpisce, più di frequente di quanto si pensi, la dignità della donna.

Ilaria con libro Memorie intrusive_001_FBLa donna appena evocata nell’immagine è quasi evanescente, fantasma della sua stessa memoria, ma i fiori che la circondano aprono “una maglia nella rete che la stringe” e fanno sperare in una rinascita pur nell’inferno che l’attraversa. Lo stesso effetto si ricava dal color indaco che domina la copertina: insomma un senso di pacificazione è possibile pur nel tormento.

La silloge ruota sostanzialmente intorno alla tematica del corpo violato soprattutto durante l’infanzia, violenza che sta sempre nella memoria, incancellabile oramai, una memoria per l’appunto “intrusiva”, che è quindi nemica del soggetto coinvolto, che vede il suo ricordo come un intruso che turba il presente, rendendolo invivibile.
Credo che non vi sia titolo più azzeccato per esprimere l’intrusività della memoria sgradevole , che entra dentro di noi, a prescindere dalla nostra volontà, anzi contro di questa stessa. Come spiega il padre della psicoanalisi Sigmund Freud, è proprio la memoria infelice quella più presente nel nostro immaginario, essa diventa quel fantasma di cui impossibile è liberarsi, perché così funziona la mente: ricorda in primis lo sgradevole e a nulla valgono i meccanismi di difesa.
Essi si rivelano impotenti nel processo di rimozione; quando una violenza è stata perpetrata soprattutto nell’infanzia essa resta come ferita che non si rimargina, né si cicatrizza, ma resta sempre aperta nella memoria che riaffiora imponente proprio quando ci sembra di averla sconfitta.
La poesia di Ilaria Celestini, poetessa professionista e pluripremiata, per quanto di altissimo livello, nulla può contro la violenza subita; questa consapevolezza è implicita nella silloge che non può cambiare la realtà, eppur tuttavia profondamente utile, perché si fa dura denuncia dell’accaduto e monito a che la donna non subisca più un destino così infame. Quindi, come nelle altre operazioni culturali di Ilaria, forte e pregnante è il senso di solidarietà e di compartecipazione al dolore in un’opera impegnata e profondamente degna. Credo che la poetessa abbia subito sulla propria pelle qualcosa di grave, ma la poesia si fa denuncia universale dando voce alle donne costrette al silenzio e alla segregazione.
La silloge si snoda in tre tempi: il passato che viene rievocato in un flusso di coscienza, priva di segni di interpunzione, per esprimere il fluire del ricordo e la sua intrusività; il presente che si impregna del ricordo stesso ed è tutt’uno con esso, perché con esso fuso; il futuro in cui si matura la speranza che il passato non torni e che si possa trovare una tregua dal dolore. Pur nella nera disperazione, infatti, si apre il varco alla speranza, come nella lirica “fili di seta”, in cui ritorna l’amore con delicatezza raffinata e luci rarefatte davanti al mistero. Questo lo trovo stupendamente positivo: la capacità di commuoversi ancora e ancora amare tra fili di feta e “baluginii di sogno”in un procedimento alla Montale, non a caso citato dalla poetessa. Anche dentro il male di vivere risplende, seppur pallida, la speranza nella rinascita, che fa da faro nel buio dell’anima e della carne.
Eppure ciò che la fa da padrone è il dolore antico, di cui Ilaria ci parlerà se sapremo ascoltare senza giudicare; tale richiesta di fare silenzio, esenti da giudizio e condanna, esprime l’atteggiamento della poetessa stessa di fronte alla sua creatura poetica, in cui rappresenta il male senza parole di biasimo nei riguardi del carnefice che si commenta da sé per le nefandezze che compie. Una sospensione del giudizio (apoché) in tali casi è obbligatoria, qualsiasi giudizio censorio sarebbe retorico e orpello letterario.
Qui non si scherza, qui ci troviamo di fronte ad una poesia vera, perché veri quel corpo e quell’anima dilaniati dalla sofferenza, spinta al punto di voler morire per mano dello stesso carnefice: “e allora ti prego abbi pietà/ finiscimi nell’ultimo sussulto/della mia dignità impazzita/lasciami morire…”. Persa la dignità resta la morte come soluzione; ma, altrove, come dicevo, la vita sembra riprendere un senso accettabile: “Sono grata a te/ e all’universo/ per quest’istante/ in cui credo/all’esistenza di un senso“. Talora il dolore ha un tregua, e la vita sembra assumere una configurazione accettabile e perciò la poetessa ringrazia religiosamente l’uomo e l’universo tutto per questa opportunità, rivelando la sua natura di nobile sopportazione del dolore, grecamente intesa. La vita è tragica, ma la nobile sopportazione le conferisce dignità e anche un punto di fuga proiettato nel futuro.
Parole forti quelle del carnefice col suo codice espressivo tipico e verissimo, crudo realismo in questa lirica che attraversa le viscere di chi legge fino al disgusto per l’uomo violento; come in una tragedia greca il carnefice è sulla scena con tutta la sua atroce indifferenza, durezza e spietatezza, inducendo nel lettore “un’identificazione differenziata” per cui noi mai e poi mai vorremmo essere quell’orco così indegnamente uomo. Il tal senso l’opera è catartica, nel senso della tragedia greca, per cui la silloge raggiunge i suoi effetti educativo-terapeutici tenendoci lontani dal quel male da cui vogliamo allontanarci.
Una silloge che consiglio a tutti, giovani e meno giovani, per la denuncia sociale che contiene, per la forza della forma poetica, per il valore profondamente catartico che produce.

Written by Giovanna Albi

Memorie Intrusive
di Ilaria Celestini

27.1.2014, 60 p., brossura
Curatore Spurio Lorenzo
ISBN 978-88-98643-11-0

TraccePerLaMeta Edizioni

 Acquista online:

Memorie_intrusive_Ilaria_Celestini

Il Comune di Olbia al quale l’Associazione TraccePer LaMeta nei mesi scorsi ha fatto presente dell’iniziativa umanitaria svolta a favore della Sardegna colpita dall’alluvione con il volume antologico “Tutti siamo l’Isola – Emergenza Sardegna” ci ha gentilmente scritto e ringraziato.

Lettera Sindaco ringraziamenti

Ringraziamo tutti coloro che ne hanno preso parte e ricordiamo che l’antologia può essere acquistata a questo link:

http://www.tracceperlameta.org/tplm_edizioni/negozio/tutti-siamo-lisola-emergenza-sardegna-antologia-poetica/

Il suo ricavo verrà sempre destinato alla stessa causa.

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Premio Tortoreto alla Cultura 2014 – X Edizione

Scadenza iscrizione: 15 Marzo 2014

Organizzato da: Associazione “Insieme onlus”
Indirizzo: Giusti, 8 – 64018 Tortoreto (Te)
E-mail: insiemeonlus@alice.it
Telefono: 0861/787474
Internet: http://www.comune.tortoreto.te.it
Indirizzo spedizione degli elaborati:
Associazione “Insieme”
Via Giusti, 8
64018 Tortoreto (Te)

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Sezione A Poesia

Tema: Conoscere ed amare l’Abruzzo: storia, tradizioni, arte, natura
Copie: cinque
Lunghezza: trenta versi
Opere ammesse: una

Sezione B Narrativa
Tema: Conoscere ed amare l’Abruzzo: storia, tradizioni, arte, natura
Copie: cinque
Lunghezza: max cinque cartelle, trenta righe, Times New Roman, 12
Opere ammesse: una
Quote di partecipazione: Adesione gratuita

Premi:
Adulti
1° classificato – euro 300
2° classificato – euro 150
3° classificato – euro 100
Giovanissimi
(scuola media e superiore fino a 18 anni non compiuti)
1° classificato – euro 200
2° classificato – euro 100
3° classificato – euro 50
Pulcini
(scuola materna ed elementare)
1°, 2° e 3° classificato – premi in buoni acquisto

Premiazione: 08 Giugno 2014
Chiesa di S. Agostino a Tortoreto Alto, ore 18.00

L’Associazione Culturale TraccePerLaMeta, la rivista di letteratura “Euterpe”, in collaborazione con Deliri Progressivi e con il Patrocinio della Regione Toscana, del Comune di Firenze e della Provincia di Firenze hanno organizzato l’evento dal titolo DISAGIO E LETTERATURA

svoltosi presso la SCUOLA EUROCENTRES
sita in PIAZZA S. SPIRITO 9 – FIRENZE
il 15 FEBBRAIO 2014

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