Dream Theater  -Tour 2014-Obihall -Firenze 21-01-2014

Tre ore di live che hanno infiammato l’Obihall. Il quintetto americano regala un concerto spettacolare al pubblico fiorentino. Tra passato, presente e futuro. La recensione di Annamaria Pecoraro.

Due atti di pura magia prog- metal, che solo “umili” professionisti come i Dream Theater sanno regalare. Sound elettrico e ritmi incandescenti che scaldano la temperatura dell’Obihall di Firenze. Dopo ben 10 anni, tornano a calcare la scena fiorentina. Il pubblico gradisce e accompagna con la voce i riff lunghissimi di John Myung al basso e John Petrucci alla chitarra.

La classe non è acqua, e con maestria, troviamo alla batteria Mike Mangini, acclamato nell’assolo di “Enigma Machine”. Sarà forse meno scenico del precedente collega Mike Portnoy, ma altrettanto ricco di personalità. La voce di James La Brie, tiene in alto le note e fa volare il tempo, il tutto accentuato dalle tastiere di Jordan Rudess.

Un quintetto di classe che rimbomba con energia in “The Enemy Inside” e “The shattered fortress”. Instancabili in “On the backs of Angels” (premiata con un Grammy Awards) o “The looking Glass”. Insuperabili in “Trial of tears” o “Along for the ride”.

Sembra di vivere un sogno e facile è perdersi nel gioco di luci, nei loro marchingegni sonori, negli arpeggi di tastiera. Ma sono proprio loro, a ricordare la realtà in “Breaking all Illusions”.

Piccoli video sketch, rivelano quanto questo gruppo sia avanti e abbia capito il connubio di essere tra la gente e in mezzo alle esigenze tecnologiche, con ironia. Portando così alla luce sorrisi e mostrano come sono visti “Around the word”.

Eh si, perché i Dream Theatrer celebrano due anniversari, il ventennale di “Awake” e un venticinquesimo di “When Dream and Day Unite”. “The Mirrow”, “Lie”, “Lifting shadows off a dream”, “Scarred”, Space-Dye Vest”, sono solo esempi di quanto la loro musica sia diventata la “Illumination Theory” per molti fan e/o gruppi nascenti. Un elogio alla loro sana follia musicale che ritrova il consenso del pubblico di ogni età.

E poi un salto nel passato con “Ouverture 1928”. Sicuramente un “Strange déjà vu”, che dipinge e fa ballare in “The dance of Eternity”, lasciandoci con una “Finally Free”, e con il loro sound intenso nelle vene, per molto tempo.

Annamaria Pecoraro

La cucina arancione

Ma guarda un po’! Questi racconti raccolti attorno alla Cucina Arancione stanno insieme tenuti da un filo sottile, quello che intercorre tra un regista e i suoi attori, o tra un allenatore e la sua squadra.

E’ vero, può sembrare una provocazione, e nemmeno delle più gradite in certi casi: potrebbe fare pensare che l’autore si nasconda così bene dietro ai suoi stili che magari non ne conosce nemmeno uno. O, per essere più preciso, che magari non si riconosce nemmeno in uno. Invece, fortunatamente, non è questo il caso, perché siamo difronte ad uno scrittore, a noi ben conosciuto, che intraprende varie strade sulle basi uno studio metodologico molto serio e puntuale.

Lorenzo Spurio chi è? E’ essenzialmente uno studioso, un ricercatore, un saggista, un operatore culturale. Ma della sua preparazione accademica noi apprezziamo subito, nella Cucina Arancione, la grande abilità di “switchare” da un registro all’altro, la furbizia nell’incatenare il lettore con incipit brucianti e conclusioni straordinarie, l’eleganza con cui le scene si preparano, si sviluppano, si concatenano l’una all’altra, in modo logico, consequenziale e talvolta perfino meccanico.

Le storie di Spurio sono storie essenzialmente di disagio, di difficoltà, di stramberie. Sono storie di persone che difficilmente riescono a scrivere la propria storia, sono storie di gente alla rinfusa, di bric-à-brac, di desolazioni e dolori, di inettitudini, di anime senza qualità. Si potrebbe tentare di trovare attenzione, carità, affetto verso i protagonisti delle stravaganti avventure quotidiane di Spurio. Ma non è così. Le storie si dipanano quasi sempre senza partecipazione alcuna da parte dell’autore. Non ama né disprezza i suoi personaggi, non li prende in giro, non prova affetto o derisione verso di loro. Solo in un caso (in una lunare fantascientifica storia che il lettore non avrà fatica a rintracciare nel libro) l’autore appare con una morale, con una idea che vuole esporre, con una partecipazione che spiega e dà un senso al tentativo patetico di raggiungere l’immortalità attraverso l’ibernazione.

Per il resto, quel che sorprende del libro è proprio la freddezza degna dei migliori naturalisti francesi, specie quando non si facevano prendere dai sentimenti e si lasciavano invece trascinare dal delirio di spiegare per forza una loro tesi, più o meno meccanicistica. In questo, senza dubbio Spurio è erede proprio dei naturalisti francesi (e loro assimilati). Si ha in lui il massimo del realismo e il massimo del delirio, così che capita come nei romanzi di Balzac in cui ci perdiamo volentieri tra i calcoli dei franchi, le rendite e le pigioni, oppure come quando Zola, in un vero e proprio delirio e furore ideologico, parla di Parigi come parlerebbe dell’altra faccia della luna, solo come luogo dove potere sperimentare scientificamente i propri assunti e verificare se la tesi è esattamente quella presente in nuce agli inizi del racconto.

Senz’altro, a volere analizzare cocciutamente il realismo e l’attenzione estrema ai dettagli di cui Spurio fa gran profusione può sorgere il dubbio se tutti i particolari sono realmente tutti strettamente necessari alla trama. Può sorgere il dubbio se il lettore, a un certo punto, sia più interessato allo svolgimento onirico e furioso della concatenazione degli eventi oppure se gli piaccia perdersi nelle descrizioni estremamente visive delle case, degli esterni, dei paesaggi che Spurio ama.

Spurio è autore essenzialmente visivo, che però evita i rischi cui ho appena accennato mediante una grande attenzione alle motivazioni psicologiche che muovono i personaggi. Non c’è dubbio che niente o quasi appare lasciato al caso. Molti dei racconti presentati in questa antologia viaggiano sul doppio binario della traccia che si dipana mediante molti eventi e della spiegazione del perché delle scelte dei personaggi.

Si tratta di uomini liberi? La domanda non è di poco conto. E la potremmo rivolgere ai 25 lettori dai differenti gusti che si saranno imbattuti in questo libro. Perché, eccetto rari casi, proprio i protagonisti principali sembrano mossi da un fato inesplicabile, da un destino, spesso avverso, o comunque da una fissazione originaria, da un peccato originario che li porta via, li trascina dove, in fondo, loro stessi desideravano di sprofondare. Forse “Fili elettrici bluette” e “Scettico” sono i testi più esemplari di queste fissazioni, magari neanche molto innocue, mediante la creazione di anime diverse, emarginate, ma più che altro di anime (si possono nutrire grossi dubbi sugli altri protagonisti, spesso macchine messe in moto da un terribile e spietato autore che non garantisce loro se non scarsa autonomia). Si tratta di persone che sono fuori dal contesto: come si vede, ad esempio in questa frase emblematica di una situazione esistenziale, più ancora che psichica: “Il più delle volte si trattava di cose sensate anche se, però, erano fuori contesto”. Oppure “nominò l’asino di Buridano, il cubo di Rubik e la psicologia della Gestalt”.

Ecco, questi riferimenti ammucchiati l’uno sull’altro fanno riflettere sul tipo di società del quale Spurio è, in qualche misura, portavoce. Siamo nella società post-moderna, ops!, liquida, dove tutto è sostituibile, la storia, la geografia, gli amori e i disamori, la vita e la morte, la lucidità e lo sballo. Realmente, una scrittura pure così lucida (ripeto lucida e onirica, perché il tono è spesso stravolto come nei tentativi deterministici dei realisti francesi) raggela per le implicazioni sociologiche e per l’attenzione forte al fenomeno dell’ossessione. Forse, “Sofware di base” è il miglior esempio di questo prendere una idea e portarla fino alle estreme conseguenze, come in “L’alfabeto numerico”. Anche l’”Ordigno inesploso” esprime con grande chiarezza come una fissazione (la perdita della propria identità) possa tramutarsi in uno stile di vita. Mi pare che una influenza sia identificabile nel nostro Buzzati, che sviluppava logicamente da un fatto pratico, concreto, tutta una sua teoria sconvolgendo gli eventi e facendo loro assumere, nella apparente logicità, una visionarietà diffusa, fuorviante ed enigmatica. Qui, forse, il tema della malattia è troppo forte perché l’elemento fantastico (pur se ridotto a mero schema logico come spesso in Buzzati, con le conseguenti estremizzazioni) riesca a prevalere.

Spurio è, anche, non dimentichiamolo, anche un saggista e gli slanci troppo acuti della fantasia sono tenuti saldamente a freno da una argomentazione stringente, da una attenzione ai processi del pensiero, per storti che siano, facendoli parere perfino logici. Si arriva ad una coerenza, dentro il singolo racconto in tutto il volume, tra le premesse e le conclusioni. Ed a questo si arriva senza nulla levare alla grandissima varietà di intrecci, alla differenziazione di stili, alla capacità di percorrere non solo tematiche ma generi differenti.

In definitiva, un libro accattivante, inquieto, che forse trova le sue parti migliori quando l’autore si lascia prendere dal fluire della storia e riesce a ironizzare sulle stravaganze altrui. Quando parte con incipit fulminanti così: “A un certo punto mi accorsi che stavo sognando in arabo (mi hanno schedato)”, oppure quando in “Al negozio cinese” dice “Infatti una banana sola non fa compagnia (…) ma un casco di banane sì”. Probabilmente queste perle sono indispensabili in un tessuto connettivo in cui pare di assistere ad un franare continuo di rocce dalla sommità di una montagna. Sono quella ricchezza gratuita e non esplicativa che impreziosisce la storia e tiene l’autore a debita distanza, come un nascosto burattinaio.

PAOLO RAGNI
20 gennaio 2014

La cucina arancione
di Lorenzo Spurio

24.07.2013, 238 p., brossura
Curatore Spurio Lorenzo
ISBN 978-88-907190-8-0

TraccePerLaMeta Edizioni

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SPAZIO ALLA FANTASIA CON LA QUINTA EDIZIONE
La nuova avventura comincia…
Mille e… Una STORIA 2014

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Testa fra le nuvole e…
piedi ben piantati per terra

Trasformare il pessimismo in ottimismo, la sfiducia in fiducia e l’inerzia in speranza. Viviamo un periodo di crisi profonda. Non solo economica. Dobbiamo reagire continunado a coltivare i nostri sogni e sforzandoci di realizzarli.

Nonostante tutto e tutti dobbiamo tenere la… testa fra le nuvole e… piedi ben piantati per terra!

Non è giusto che i giovani debbano vivere sulla loro pelle il contrasto fra il diritto di studiare (e sognare) ciò che piace e, per pura sopravvivenza, il dovere di studiare (e smettere di sognare) ciò che chiede il mercato.

Più in generale, chiunque abbia ancora la voglia e la capacità di… sognare, deve poterlo fare!

L’edizione 2014 del Premio Letterario “Mille e… Una STORIA” è uno stimolo a superare questa dicotomia. È una sfida rivolta ai giovani e non solo a loro a mantenere la… testa fra le nuvole e… piedi ben piantati per terra!

Scrivete le vostre storie, raccontateci le vostre esperienze, illustrateci i vostri desideri.

Continuate a… sognare, con la consapevolezza che saranno necessari studio, impegno, lavoro e passione per concretizzare il vostro personale sogno nel cassetto!

QUINTA EDIZIONE REGOLAMENTO

1 – I racconti dovranno essere scritti in lingua italiana e rigorosamente in prosa, ogni altra forma di scrittura (poesia, ballata o altro) verrà automaticamente scartata.
Il racconto dovrà essere inedito, non premiato o segnalato ad altri concorsi e tale dovrà rimanere fino alla premiazione.

2 – Il Premio si divide in due categorie:
• Lettori da 0 a 99 anni
• Studenti degli Istituti Medi Superiori
Chiunque decidesse di partecipare può farlo solo in una delle due categorie.

3 – La partecipazione è gratuita.
I partecipanti possono concorrere solo con 1 RACCONTO.

4 – La lunghezza del racconto NON DEVE superare le 4.000 battute (in tale conteggio vengono inclusi punteggiatura e spazi tra le parole) e dovrà essere corredato da un titolo.
Al termine del racconto, l’autore dovrà indicare (senza che questo rientri nel conteggio delle battute) il proprio nome, cognome, indirizzo completo, e-mail e numero di telefono (rete fissa e cellulare).
Gli studenti dovranno indicare anche il nome dell’Istituto al quale appartengono e la classe frequentata. Tali dati verranno utilizzati dalla gMc editore all’unico scopo di tenere informati i partecipanti in merito alle iniziative legate al Premio Letterario, quali:
composizione della Giuria, iniziative collegate al Premio, montepremi, giorno e luogo della cerimonia di premiazione,

5 – Il racconto battuto in “word” o programma equivalente, dovrà pervenire alla Redazione del giornale l’Inform@zione al seguente
indirizzo e-mail:
racconto@informazioneonline.it
oppure dovrà essere consegnato su supporto digitale (CD, penna USB) presso la Redazione in Via Bellingera 4 a Busto Arsizio entro e non oltre il 30 giugno 2014.
Gli studenti dovranno consegnare i lavori ai docenti incaricati del loro Istituto entro e non oltre il 31 maggio 2014.

6 – I contenuti del racconto dovranno avere quale unico limite la… fantasia dell’autore senza ovviamente essere lesivi nei confronti di alcuno.

7 – Saranno scartate le opere che non corrisponderanno a quanto richiesto nei precedenti punti.

8 – Ai sensi dell’art. 11 Legge 675/96 i partecipanti autorizzano l’organizzazione al trattamento dei loro dati anagrafici e biografici nell’ambito del Premio.

9 – Qualora l’organizzazione venisse a conoscenza, anche dopo le premiazioni, che (in violazione dell’art. 1) i racconti finalisti o premiati avevano già avuto riconoscimenti ad altri concorsi, erano già editi o pubblicati su riviste, antologie o siti internet, il partecipante dovrà restituire il Premio ricevuto e tale revoca sarà divulgata attraverso la stampa.

10 – Fatte salve le condizioni di cui ai punti precedenti, i racconti selezionati dalla Direzione del giornale l’Inform@zione potranno essere raccolti e pubblicati in un libro, senza che ciò determini obblighi di alcun genere verso gli autori.

11 – Una Giuria stilerà la classifica dei lavori migliori sia per la categoria Lettori, sia per la categoria Studenti.
I racconti che risulteranno vincitori nella propria categoria riceveranno, in occasione della cerimonia di premiazione, un riconoscimento in denaro. Il montepremi iniziale previsto per i vincitori è di Euro 5.000,00.

12 – La partecipazione al Premio Letterario “Mille e… Una STORIA” costituisce implicita accettazione di tutte le norme del regolamento. Per quanto non previsto dal presente bando valgono le deliberazioni della Giuria.

L’Associazione Culturale TraccePerLaMeta, la rivista di letteratura “Euterpe”, in collaborazione con Deliri Progressivi e con il Patrocinio della Regione Toscana, del Comune di Firenze e della Provincia di Firenze organizzano l’evento dal titolo DISAGIO E LETTERATURA

che si svolgerà presso la SCUOLA EUROCENTRES
sita in PIAZZA S. SPIRITO 9 – FIRENZE
il 15 FEBBRAIO 2014

secondo il seguente programma:

ORE 16:00 – CONFERENZA DI LETTERATURA
ORE 17:15 – PAUSA CAFFÈ
ORE 17:30 – READING POETICO (I PARTE)
ORE 18:30 – I DISTURBI DEI COMPORTAMENTI ALIMENTARI (DCA): PARLANO GLI ESPERTI
ORE 19:00 – READING POETICO (II PARTE)
ORE 19:40 – CHIUSURA DEI LAVORI

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Nella Conferenza “Disagio e Letteratura” si parlerà di:

Il diario di una donna reclusa
Manicomio 1914. Gentilissimo sig.re Dottore, questa è la mia vita di Adalgisa Conti
MARZIA CAROCCI (poetessa, scrittrice e critico-recensionista)
Marzia Carocci ha conosciuto personalmente la malata che venne internata all’Ospedale Psichiatrico di Arezzo nel 1914, all’età di ventisei anni. In quella clinica lavorava la madre di Marzia e lei stessa la conobbe quando era molto anziana. Adalgisa Conti fu rinchiusa e ricoverata con violenza in manicomio, dove trascorse tutto il resto della sua vita. La diagnosi medica dell’epoca fu “delirio di persecuzione tendente al suicidio”, ma in realtà i maltrattamenti, i tradimenti e la violenza psicologica di suo marito l’avevano resa semplicemente depressa, male che in quei tempi non era riconosciuto come malattia. Il libro nasce da una lettera che la stessa Adalgisa consegnò al suo psichiatra, per poi vivere il resto della sua vita in un lungo e doloroso mutismo.

Il disagio allo specchio: riflessi personali, sociali e letterari
RITA BARBIERI (docente di lingua e letteratura cinese)
A partire dalla letteratura del ‘flusso di coscienza’ del ‘900, in cui si analizza l’aspetto psicologico dei personaggi in relazione a sé stessi e alla società, il simbolo dello specchio è diventato un leit motiv a livello letterario. Lo specchio è un modo per guardarsi, osservarsi, capirsi dall’interno ma anche dall’esterno: lo specchio riflette ciò che si è e ciò che si appare. Ma spesso, è il modo di guardarsi allo specchio a fare la differenza: lo specchio può diventare così un nemico e generare una forma di disagio che può sfociare in disturbi di vario tipo. Partendo da un’analisi letteraria di alcuni testi moderni e contemporanei, ci si interroga sull’origine e sugli effetti di questa particolare forma di insicurezza e disagio personale e relazionale.

Il suicidio come forma di liberazione dal male
L’annegamento nell’Ouse e l’ultimo carteggio su Virginia Woolf
LORENZO SPURIO (scrittore e critico letterario)
Più di settanta anni fa Virginia Woolf chiudeva il capitolo della sua sofferta vita, uscendo di scena come in un’inaspettata tragedia greca. Il disturbo dissociativo e bipolare della donna, testimoniato anche attraverso una copiosa letteratura epistolare, parla di un gravoso senso dell’esistenza dominato da un mal di vivere angosciante nel quale la solitudine e la depressione finirono per dominare.
Da paladina della coscienza, ad anima dannata che si arroga il diritto alla morte.
Molto si è scritto sul suo disturbo, ma poco si è detto sulla considerazione-critica al gesto ultimo, clamoroso nella società inglese che l’indomani del suicidio generò un aspro dibattito a distanza.
Il simbolo come terapia: scrittura e autobiografia nella letteratura della migrazione italofona
VALERIA NICU (saggista e traduttrice)
Nell’intervento si darà spazio al potere terapeutico della parola, della scrittura, del simbolo nella letteratura della migrazione e si analizzerà il significato del diffuso ricorso di quest’ultima all’autobiografia. Il disagio affrontato nella migrazione comporta scissione e frantumazione identitaria, trauma e instabilità esistenziale. Lo scrittore migrante, provato nella personalità e nella psiche, incapace di restituirsi un’immagine integra di sé, sceglie di ricostruirsi corpo poetico, ricrearsi nel potere del simbolo trovando una nuova sede identitaria nella scrittura. Se infatti l’esperienza migratoria sfalda e allenta le fibre esistenziali, scrivere aiuta a ri-narrare, ri-intrecciare la trama spezzata e dispersa perché siamo fatti di storie e le storie che ammalano possono diventare storie che curano.

Gli esperti dei DCA (Disturbi dei Comportamenti Alimentari) parleranno di:

Libra Associazione disturbi alimentari: esperienze raccolte in sei anni di attività
DR.SSA STEFANIA PALLINI
(Medico chirurgo specializzato in Endocrinologia, Presidente dell’Ass. LIBRA, Livorno)
L’intervento verterà sugli scopi della associazione, la risposta da parte dei cittadini e gli obiettivi futuri.

L’insostenibile leggerezza dell’essere: giovani e disturbi dell’alimentazione
DR. SSA BARBARA MEZZANI
(Coordinatrice Compartimento Disturbi Alimentari – Casa di Cura Neuropsichiatrica “Villa dei Pini”, Firenze)
Negli anni sono aumentati notevolmente i disturbi dell’alimentazione: si forniranno delle note epidemiologiche sulla questione per passare poi alla descrizione dei disturbi dell’alimentazione, fra i quali le disfunzioni alimentari più comuni. Si esporrà qualche caso clinico in maniera descrittiva e discorsiva tracciando con attenzione le cause dei disturbi alimentari e accennando alle possibili cure.

Cosa emerge, al di là del cibo, nei disturbi alimentari
DR. LORENZO FRANCHI
(Psicologo e psicoterapeuta, Presidente dell’Ass. DEDALO di Firenze e Resp. FIDA per Firenze)
Si affronterà la questione dei disturbi alimentari da una prospettiva psicoanalitica mettendo al centro l’idea che il sintomo è qualcosa che tiene assieme, la concrezione di un disagio che infondo ha ben altre origini.

-La foto scelta per l’evento è un quadro dell’americano Edward Hopper dal titolo “At eleven AM”-

Domenica 19 gennaio 2014 – ore 15:00 – Varese

Presentazione del libro “Mi chiamo Giuseppe, per gli amici Peppino” di Santi Moschella
(Armando Siciliano Editore)

DOMENICA 19 GENNAIO 2014, ORE 15
Sala Magnolia, Via Amendola 11 Varese
Presenta: Anna Maria Folchini Stabile

Interverranno l’Editore e l’Autore

La S.V. è invitata a partecipare.

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Giovedì 23 gennaio 2014 – ore 18:00 – Varese

Presentazione del libro “Un amico che viene da lontano” di Ferruccio Francescotti
(Midgard Editrice)

Con la collaborazione del Comune di Senigallia.

Biblioteca Civica di Varese
Via Sacco, 9
Giovedì 23 gennaio 2014 – ore 18:00

Interverrà con l’autore Maria Teresa Garzola – docente

La S.V. è invitata a partecipare.

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Giovedì 23 gennaio 2014 – ore 17:30 – Senigallia (AN)

Presentazione del libro “La cucina arancione” di Lorenzo Spurio
(TraccePerLaMeta Edizioni, 2013)

Con la collaborazione del Comune di Senigallia.

Biblioteca Comunale Antonelliana
Via O. Manni 1 – SENIGALLIA
Giovedì 23 gennaio 2014 – ore 17:30

Relatore: LUCA RACHETTA -scrittore e docente-
Interverranno: CINZIA PICCOLI -scrittrice-
MARIA GIANNETTA GRIZI -poetessa-

L’attore teatrale MAURO PIERFEDERICI leggerà brani scelti dell’Opera.

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Sarà presente l’autore.
La S.V. è invitata a partecipare.

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La cucina arancione

“Il Racconto nel cassetto”  XI edizione, concorso letterario  nazionale per scrittori emergenti

Il concorso letterario nazionale per scrittori emergenti il Racconto nel cassetto -Premio città di Villaricca, nato in sordina nel 2003, avanza a passi da gigante nel panorama culturale italiano, proponendosi come uno dei più prestigiosi premi a cui, grazie anche alle nuove tecnologie telematiche, si affianca l’interesse di una vasta platea internazionale. Organizzato dall’ALI ONLUS (Associazione libera italiana) il concorso è diventato un appuntamento fisso per centinaia di aspiranti scrittori provenienti da tutt’Italia e anche oltre i confini nazionali. Il suo scopo è incentivare la diffusione della letteratura, promuovendo nuovi talenti che, con ogni probabilità, non avrebbero gli strumenti necessari per emergere e farsi conoscere dal grande pubblico.

Il premio letterario ha tagliato nel 2013 il traguardo della X Edizione, attestandosi come uno dei premi letterari per scrittori esordienti più importanti del panorama letterario italiano. E sempre per il 2013 è partita l’XI edizione, il cui bando è stato pubblicato ed è disponibile sul sito dell’Associazione Libera Italiana ONLUS organizzatrice del concorso.

Il bando è disponibile a questo link: http://www.assoali.com/bando.pdf

Il Concorso si propone di incentivare la diffusione dell’arte della scrittura, favorendo gli autori meritevoli che non hanno ancora conosciuto la notorietà presso il grande pubblico. L’iniziativa ha, inoltre, lo scopo di stimolare e promuovere la conoscenza della cultura, delle tradizioni e delle bellezze paesaggistiche, architettoniche e monumentali dell’area a Nord di Napoli e di Villaricca, cui l’ALI fa riferimento. “Il concorso è nato con un duplice scopo – ha spiegato Pietro Valente, presidente dell’Ali e patron dell’iniziativa -. Da un lato abbiamo voluto incentivare la diffusione della letteratura, promuovendo nuovi talenti che, pur non avendo nulla da invidiare ad autori noti, non hanno la possibilità di rendersi ‘visibili’ al grande pubblico. Dall’altro, ci siamo proposti di promuovere il territorio Giuglianese, riuscendo nell’intento di cancellare quello che era lo stereotipo malavitoso di una zona che è stata oltraggiata, ma che ha voglia di rinascere”.

Il concorso è a tema libero e prevede due sezioni: Racconti e Fiabe e storie per bambini. Ogni opera non dovrà superare la lunghezza massima di 20 cartelle giornalistiche (30 righe per 60 battute, pari a circa 1800 caratteri, spazi inclusi, per pagina), stampata su un solo lato. La data di scadenza è fissata tassativamente per le ore 24 del 31 gennaio 2014. I racconti dovranno pervenire in busta chiusa all’indirizzo dell’Associazione ALI e in due copie; per diritti di segreteria è previsto il pagamento di una quota di Euro 20.

Il montepremi complessivo è di 10000 Euro, divisi fra i tre finalisti delle due sezioni. Le opere che partecipano al Concorso devono essere inedite, pena l’esclusione. Il premio ha, nel corso degli anni, riscosso un lusinghiero successo per numero di partecipanti, provenienti da tutte le regioni e anche dall’estero, e per la qualità dei lavori proposti. Si è passati, infatti, dai 600 partecipanti della prima edizione, fino agli oltre seimila in totale, nel corso delle successive.

“Il Racconto nel cassetto è un’idea che funziona – ha sottolineato ancora Valente -. Negli anni, da questa iniziativa stanno emergendo scrittori che via via si stanno affermando nel panorama culturale nazionale. Ma non solo. Il premio svolge anche un ruolo pedagogico nel riavvicinare i giovani alla lettura, troppo snobbata e bistrattata negli ultimi anni”.

Il Racconto nel cassetto, che è considerato dagli addetti del settore uno dei concorsi letterari più autorevoli, si distingue nettamente da tanti altri premi che si svolgono in Italia, molti dei quali istituiti al solo scopo di lucrare sulle aspettative di tanti aspiranti scrittori. In primo luogo perché i vincitori si suddividono un montepremi di diecimila euro; inoltre, perché i loro lavori vengono pubblicati e distribuiti sul territorio nazionale dalla editrice Cento Autori, senza alcuna spesa a carico dell’autore stesso.

Per le iscrizioni, la consultazione del bando e per approfondimenti visitare:

http://www.centoautori.com/concorsi-letterari/

BRUNO DI CERBO
Presidente dell’Associazione storico culturale e di spettacolo
per la promozione turistica della Campania
“IL CASTELLO”
e la poetessa SILVIA CALZOLARI

sono lieti di InvitarVi al

VERNISSAGE-PREMIAZIONI
18 GENNAIO 2014 – ore 18.30 – SALERNO

della 1^ ed.ne dell’Expò Internazionale della Pace e dell’Arte Visiva Contemporanea VISUAL ART’S GREAT TROPHY GOLDEN EAGLE 2014
https://www.facebook.com/events/227078814083218/?ref_newsfeed_story_type=regular
e del 1° CONCORSO NAZIONALE DI POESIA LIBERA VERSO
https://www.facebook.com/events/668846929812312/?fref=ts

presso

l’Archivio dell’Architettura Contemporanea
ex MUSEO DEL FALSO – via Porta Elina – Salerno
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=592327320846844&set=pcb.693356490694689&type=1&theater

Allieterà la serata
I Sogni di Ornide
gruppo performativo musica/danza/teatro

il_castello

L’evento ha il sostegno di
“Musica e Parole” Radionapoliemmelive – Deliri Progressivi
L’accento di Socrate – Néoria – TraccePerLaMeta – Sof(f)iavanguardia – EUTERPE Rivista Letteraria

La mostra aprirà i battenti il 15 GENNAIO e terminerà il 25 GENNAIO 2014

Informazioni: Bruno Di Cerbo cell. 3342107701 – Silvia Calzolari cell. 3407145408

La solidarietà arriva con le poesie “Tutti siamo l’isola”
La Nuova Sardegna

di Luciano Piras

2 gennaio 2014 - La Nuova Sardegna di Luciano Piras

Articolo su “La Nuova Sardegna” di Luciano Piras:
http://piras-sassari.blogautore.repubblica.it/2013/12/11/il-canto-dei-poeti-per-la-sardegna/

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Organizzatore Progetto:

Associazione Culturale TraccePerLaMeta (Anna Maria Folchini Stabile, Sandra Carresi, Paola Surano, Lorenzo Spurio e Laura Dalzini)

Collaboratori:

Rivista di Letteratura “Euterpe”
Annalisa Soddu, scrittrice e poetessa
Anna Scarpetta, scrittrice e poetessa
Franco Mussa titolare Digital Print S.r.l.
Stefano Dalzini (progetto grafico antologia)
Tiziana Guzzeloni (immagine di copertina antologia, www.tizianaguzzeloni.it)
Paolo Ragni (illustrazione interna antologia, www.evocativepaintings.com)
Marco Quaranta (Marketing Manager, www.disqui.it)

I poeti e le loro poesie:
BRUNO AGOSTI (Livo, TN), Maria Maddalena
GILBERTO ANTONIOLI (Verona), Dopo un disastro ecologico
ALBERTO ARECCHI (Pavia), Pioggia e sale
ANTONELLA BAIOCCHI (Cadoneghe, PD), Innamoramento ed Amore
SOLIDEA BASSO (Trieste), Per te, Sardegna
GINETTO BECCIU (Nughedu San Nicolò, SS), Domani (Olbia, 19/11/2013)
LUISA BOLLERI (Empoli, FI), Discarica
ANTONIO BORRELLI (Mestre, VE), Lacrime di mirto
ANNA MARIA BOSELLI SANTONI (Leno, BS), Terra ferita
PASQUALE BRASCHI (Cerignola, FG), L’isola di noi due
GIORGINA BUSCA GERNETTI (Gallarate, VA), Tsunami
SILVIA CALZOLARI (Bergamo), Terra
FIORELLA CAPPELLI (Roma), Un Dio nascosto
GRAZIELLA CAPPELLI (Empoli, FI), Andare avanti…
GIUSEPPINA CARDINALE (Modugno, BA), Migrante
LUIGI PIO CARMINA (Canicattì, AG), Arcana rabbia
MARZIA CAROCCI (Firenze), Dolore
SANDRA CARRESI (Bagno a Ripoli, FI), Acqua
DANIELA CASAZZA (Torre d’Arese, PV), La rinascita delle Donne
FRANCESCO PAOLO CATANZARO (Palermo), I nostri quotidiani atteggiamenti
ESTER CECERE (Taranto), Risveglio
IOLE CHESSA-OLIVARES (Roma), Nella ruota del tempo
RITA CHINOTTI (Adro, BS), 25 novembre
LUCIANA COLLIVA (Modena), Speranza e Orgoglio
OSVALDO CROTTI (Almenno S. Bartolomeo, BG). La forza cede alla fragilità della vita
UMBERTO DE VITA (Firenze), “Messina”: una poesia d’amore
ANGELO DELLA CORTE (Roma), La tristezza è inutile
TINA DI GREGORIO (Regalbuto, EN), Ma che mondo è… questo!
DOMENICO DI STEFANO (Ferrandina, MT), Triste impeto d’autunno
BRUNO FERRAGINA (Marano Ticino, NO), Le due facce della vita
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