Abbiamo il piacere di annunciare che le operazioni relative al 1° Concorso Letterario Internazionale Bilingue TraccePerLaMeta “Camminatori, gitani e nomadi: la cultura itinerante” da parte delle due giurie di lingua italiana e spagnola si sono concluse il 28 febbraio u.s.

Dopo il tempo necessario per l’elaborazione dei dati e le opportune verifiche siamo in grado di definire i vincitori e i segnalati che saranno raggiunti nella prossima settimana da comunicazione personale.

Ringraziamo tutti i partecipanti e i componenti delle giurie che sono stati:

Giuria italiana

  • Angela Ragusa (poetessa, membro della “Società Dante Alighieri” di Benevento, Italia)
  • Anna Maria Folchini-Stabile (Presidente dell’Associazione TraccePerLaMeta, poetessa e scrittrice)
  • Carla De Bernardi (scrittrice)
  • Carmine Valendino (Insegnante di Italiano e Storia all’Istituto “Argentia” di Gorgonzola (MI), Italia, poeta e Presidente dell’Associazione Culturale “LunaNera”).
  • Emanuele Marcuccio (poeta, aforista e Curatore Editoriale di Rupe Mutevole Edizioni)
  • Lorenzo Spurio (Responsabile delle PR dell’Associazione TraccePerLaMeta, scrittore e critico letterario)
  • Luciano Domenighini (poeta e critico-recensionista)
  • Paola Surano (Tesoriere dell’Associazione TraccePerLaMeta e poetessa)
  • Sandra Carresi (Vicepresidente dell’Associazione TraccePerLaMeta, poetessa e scrittrice)
  • Santina Russo (Insegnante di Italiano all’Istituto Tecnico Commerciale “L’Aurora” di Pietraperzia (EN), Italia, poetessa e Presidente dell’Associazione Culturale “La Biblioteca d’Oro”)

Giuria spagnola

  • Antonio A. Gómez Yebra (Professore di Letteratura Spagnola dell’Università di Malaga, Spagna, poeta e scrittore)
  • Eva Guerrero Guerrero (Professoressa di Letteratura Spagnola dell’Università di Salamanca, Spagna)
  • Francisco Diego Álamo Felices (Professore di Letteratura Comparata dell’Università di Almería, Spagna)
  • Guillermo Schmidhuber de la Mora (Professore di Composizione Drammatica e Teatro Messicano, Università di Guadalajara, Messico, scrittore e critico)
  • Juan Manuel García Platero (Professore di Lingua Spagnola dell’Università di Siviglia, Spagna)
  • Lorenzo Spurio (Responsabile delle PR dell’Associazione TraccePerLaMeta, scrittore e critico letterario)
  • María Dolores Pons Rodríguez (Professoressa di Lingua Spagnola, Università di Siviglia, Spagna)
  • Maria Josefa Flores Requejo (Professoressa di Lingua Spagnola dell’Università degli Studi dell’Aquila, Italia)

Ricordiamo a tutti che la premiazione del concorso avverrà a Firenze il giorno 11 maggio 2013 presso la Sede Arci – Casa di “Lorenzo Ghiberti” in piazza dei Ciompi, 11 dalle ore 16:00, con la straordinaria partecipazione di una ballerina di Flamenco. Seguirà aperitivo.

Tutti i presenti potranno leggere i testi con cui hanno partecipato al concorso.
L’antologia del Premio sarà disponibile a breve.
Tutti i partecipanti riceveranno a breve una comunicazione personale.

I membri della Giuria della sezione italiana e di quella spagnola stanno valutando le opere partecipanti al Concorso Internazionale.
Il termine per la consegna delle valutazioni è il 28 febbraio 2013.

La cerimonia di premiazione si terrà a Firenze in un giorno del fine settimana a cavallo tra aprile e maggio 2013.
Comunicheremo prossimamente orario, luogo e data precisi.

Locandina Firenze 11 maggio 2013

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La scadenza del 15 DICEMBRE 2012 è stata prorogata al
31 DICEMBRE 2012.

Primo Concorso Internazionale Bilingue “TraccePerLaMeta”
“Camminatori, gitani e nomadi: la cultura itinerante”

scarica il bando (pdf)

scarica la scheda di partecipazione (doc)

Los hablantes españoles pueden ir a la convocatoria del concurso en lengua española, pulsando aqui.

LO ZAINO DEL PELLEGRINO >> http://bit.ly/OtYX45

Potrebbe essere interessante o anche utile condividere ciò che ci sembra utile portare nel nostro Zaino durante il cammino? Magari nascerebbero spunti per chi si deve avviare. Se indichiamo anche il mese in cui lo abbiamo fatto, o intendiamo farlo, vedremo anche le scelte in base al clima… E inoltre, nella stessa pagina del link PRIMO CONCORSO INTERNAZIONALE BILINGUE “TRACCEPERLAMETA” “Camminatori, gitani e nomadi: la cultura itinerante (SCADENZA IL 15 DICEMBRE 2012) Per saperne di più: http://bit.ly/OtYX45

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BANDO DI PARTECIPAZIONE

-1- Il concorso è aperto a tutti gli scrittori italiani e stranieri, residenti in Italia o all’estero, purché presentino opere inedite in lingua italiana o in lingua spagnola.

-2- Il tema del concorso è “Camminanti, gitani e nomadi: la cultura itinerante”. E’ possibile trarre spunto o ispirarsi ai versi di apertura del presente bando, opera del poeta spagnolo Antonio Machado.
E’ gradito l’invio di testi che rispondano a questo tema, ma è possibile anche concorrere con testi a tema libero.

-3- Il concorso si articola in tre sezioni:
SEZIONE A – POESIA
Ogni autore potrà inviare fino a un massimo di due poesie, ciascuna non dovrà superare i 30 versi di lunghezza.
SEZIONE B – RACCONTO BREVE
Ogni autore potrà inviare un solo racconto che non dovrà superare le 5 cartelle (9.000 battute spazi compresi)
SEZIONE C – SAGGISTICA
Ogni autore potrà inviare un solo saggio che non dovrà superare le 5 cartelle (9.000 battute spazi compresi)

-4- Non verranno accettati testi che presentino elementi razzisti, pornografici, blasfemi o d’incitamento all’odio, alla violenza, alla discriminazione di alcun tipo.

-5- Gli autori si assumono ogni responsabilità in ordine alla paternità degli scritti inviati esonerando l’Associazione TraccePerLaMeta da qualsivoglia responsabilità anche nei confronti di terzi. Le opere dovranno essere inedite e gli autori devono dichiarare di possederne a ogni titolo i diritti.

-6- Per partecipare al presente concorso ciascun autore dovrà inviare le proprie opere (file Microsoft Word) e la scheda di partecipazione in formato digitale (in pdf o formato immagine) compilate e scannerizzate all’indirizzo di posta elettronica info@tracceperlameta.org entro la data del 15 DICEMBRE 2012. Gli invii in cartaceo all’indirizzo dell’Associazione non saranno consentiti né presi in considerazione.

-7- Ciascun autore, nell’allegato contenente le proprie opere, deve inserire il proprio nome, cognome, indirizzo, recapito telefonico, indirizzo e-mail, la dichiarazione che l’opera è frutto esclusivo del proprio ingegno, la dichiarazione che l’autore ne detiene i diritti e l’espressa autorizzazione al trattamento dei propri dati personali ai sensi del D.lgs. n. 196/2003, compilando la scheda allegata al bando.

-8- La partecipazione è gratuita per gli iscritti all’Associazione Culturale TraccePerLaMeta. Per tutti gli altri si richiede una tassa di lettura, differente a seconda dell’origine dei partecianti:

Italia/Spagna e ogni altro paese dell’UE = la tassa è di 10 €
Sud America e ogni altro paese esterno all’UE = la tassa è di 5€
Usa, Canada, Australia, Nuova Zelanda = la tassa è di 10 €

Si ribadisce che le poesie della sezione A possono essere al massimo due.
Il pagamento potrà essere effettuato:

a) mediante bonifico bancario
IBAN: IT-53-A-07601-10800-001004​2176 08
BIC (SWIFT): BPPIITRRXXX
INTESTAZIONE: Associazione Culturale TraccePerLaMeta
CAUSALE: “Partecipazione Concorso Internazionale TPLM”.
Copia del versamento dovrà essere allegata all’invio dell’opera. In caso contrario l’opera a concorso non sarà esaminata.

b) mediante bollettino postale
C/C POSTALE: 001004217608
INTESTAZIONE: Associazione Culturale TraccePerLaMeta
CAUSALE: “Partecipazione Concorso Internazionale TPLM”.
Copia del versamento dovrà essere allegata all’invio dell’opera. In caso contrario l’opera a concorso non sarà esaminata.

c) mediante Carta di Credito – Paypal
PAGAMENTO PAYPAL: postmaster@tracceperlameta.org
NOTE/ CAUSALE: “Partecipazione Concorso Internazionale TPLM”.
Copia del versamento dovrà essere allegata all’invio dell’opera. In caso contrario l’opera a concorso non sarà esaminata.

d) mediante Vaglia Postale
DESTINATARIO: Associazione Culturale TraccePerLaMeta, Via Oneda 14/A, 21018 Sesto Calende (Varese), Italia
CAUSALE: “Partecipazione Concorso Internazionale TPLM”.
Copia del versamento dovrà essere allegata all’invio dell’opera. In caso contrario l’opera a concorso non sarà esaminata.

-9- La Giuria nominata dall’Associazione Culturale TraccePerLaMeta è formata dai soci fondatori e da un comitato costituito da scrittori, critici, docenti universitari e rappresentanti del mondo della cultura (sia italiani che stranieri) di cui si darà conto in sede di premiazione. All’interno del lavoro di Giuria saranno organizzate due Commissioni giudicatrici delle opere: una di lingua italiana e una di lingua spagnola e ciascuna stilerà una graduatoria finale.
Il giudizio della Giuria è definitivo e insindacabile.

-10- Verranno proclamati un vincitore, un secondo e terzo classificato per ciascuna lingua. A giudizio della commissione giudicante potranno essere segnalati anche altri autori. Il premio consisterà in prodotti tipici italiani e/o spagnoli, targa e diploma per i primi vincitori di ciascuna sezione; diploma e alcuni libri per i secondi e terzi vincitori di ciascuna sezione ed attestato per tutti i segnalati, di ciascuna sezione.

-11- La premiazione avverrà nella prima metà del 2013 in un luogo da definire. Ulteriori precisazioni sul luogo e sull’ora verranno comunicate a tutti i partecipanti in tempi utili. I vincitori saranno avvisati via mail.

-12- I vincitori e i segnalati al Concorso residenti in Italia o all’estero, sono invitati e tenuti a presenziare alla cerimonia di premiazione per ritirare i propri premi. Chi non potesse intervenire potrà inviare un delegato fornito di apposita delega firmata dal vincitore. In alternativa, i premi verranno spediti a casa, dietro pagamento delle relative spese di spedizione.

-13- E’ altresì prevista la realizzazione di un’antologia bilingue dotata di codice ISBN che raccoglierà i testi risultati vincitori, segnalati e altri che a, discrezione dell’Associazione, sono degni di menzione e pubblicazione.
Il costo di detta antologia sarà di €12; a partire dalla seconda copia costerà invece € 10.
L’antologia sarà spedita a casa a qualsiasi partecipante e non, nella quantità che desidera, dopo aver corrisposto le relative spese dell’antologia e quelle di spedizione.

-14- Gli autori, per il fatto stesso di inviare le proprie opere, dichiarano di accettare l’informativa sulla Privacy ai sensi del D.Lgs. n. 196 del 30 giugno 2003.

-15- Gli autori, per il fatto stesso di partecipare al presente concorso, autorizzano l’Associazione TraccePerLaMeta a pubblicare le proprie opere sull’antologia, rinunciando, già dal momento in cui
partecipano al concorso, a qualsiasi pretesa economica o di natura giuridica in ordine ai diritti d’autore ma conservano la paternità delle proprie opere.

-16- Gli autori, per il fatto stesso di partecipare al presente concorso, accettano integralmente il contenuto del presente bando.

Per richiedere il bando in formato pdf comprensivo della scheda di partecipazione, o altre informazioni, scrivi a info@tracceperlameta.org

Collana Indaco – Poesia

27.11.2012, 50 p., brossura
Curatore Spurio Lorenzo
ISBN 978-88-907190-2-8

TraccePerLaMeta Edizioni

Prefazione: a cura di Lorenzo Spurio
Quarta di copertina: a cura di Salvuccio Barravecchia

La riva in mezzo al mare è l’opera d’esordio della poetessa palermitana Monica Fantaci, grande amante della cultura letteraria e curatrice di un suo spazio internet, dedicato interamente alla poesia.

Nella nota finale che accompagna questa ricca silloge di poesia osserva: «La poesia non è una serie di versi messi su carta dal nulla, ma è la consapevolezza che esisti, che hai fatto qualcosa per la tua vita e nella tua vita, un’incisione che rimarrà indelebile nei cuori, nelle menti della gente, perché tutti siamo una catena fatta di condivisione, di lotta, di apertura verso sé, verso gli altri».

Acquista nel negozio online di TraccePerLaMeta:
www.tracceperlameta.org/tplm_edizioni/negozio/la-riva-in-mezzo-al-mare-poesia

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BookTrailer:

Il nascondiglio dell’anima

di Anna Maria Folchini Stabile

Libreria Editrice Urso (2012)

 

Recensione di Anna Scarpetta

 

“II nascondiglio dell’anima”, è la raccolta di poesie di Anna Maria Folchini Stabile. Una poetessa con uno stile molto raffinato, si nota subito nell’esposizione delle sue belle immagini che, dal suo profondo sentire, lei, riesce a elaborare con straordinaria razionalità e analisi, trascrivendo sulla carta versi emblematici, ricchi di pura bellezza.

Non deve trarre in inganno il titolo, anzi, tutt’altro. Ella, difatti, riesce a tirare fuori dal suo nascondiglio, appunto, l’anima, una poetica molto significativa, di notevole freschezza, con una limpidità di un’acqua cristallina, simile a un piccolo torrente. Difatti, nella poesia: II nascondiglio dell’anima, afferma: “Nascondiglio dell’anima /rifugio del cuore,/oasi nel deserto della quotidianità/bolla/ dove respiro l’ultima boccata d’aria…” (pag.7), sono presente notevoli caratteristiche.

Anna Maria, ci parla di un suo rifugio segreto, da dove attinge, si concentra, rielabora. La memoria è la tematica centrale, prevalentemente, così ricorrente, come il fluire costante dei versi scaturiti dai bei ricordi vivi e nitidi. Invero, la memoria, calda roccia, somigliante ad una fucina accesa, rappresenta, senza dubbio, il punto chiave reale, della raccolta di liriche, così dinamica, piacevole, come risultato finale.

Un vero laboratorio immaginario, aggiungerei, paragonabile, appunto, al nascondiglio dell’anima, dove la poetessa affina il suo verso duttile, arricchito della sua schiva personalità, complessa, ma ricca sempre di nuove belle idee, così straordinarie, in linea coi nostri tempi.

Versi, significativi, che sanno salire pian piano i gradini del mondo, per scalfire meglio intensi valori e riportarli alla luce con la preziosità del suo animo gentile, così attento e riverso negli occhi della magnifica luce, che generosa s’irradia nel mondo. Un mondo, che le riesce meglio a guardarlo, sotto i riflettori della realtà, con le sue dure contraddizioni, coi suoi soffusi mali, assopiti nella notte, con la sua meravigliosa bellezza, che s’apre alla vita, libera, come gentili ali di laboriose farfalle.

In verità, nella poesia “Ulivo”, dai versi molto descrittivi, traspare subito l’immediata acutezza e l’attenta osservazione nella minuziosa figura di quest’albero, mettendo in forte risalto la sua robusta crescita, di foglie che si stagliano verso il ciclo, proprio come se fossero nodose braccia. Ella, quindi, attraverso i suoi versi valorizza l’importanza del frutto dell’olivo, risaltando la grande, instancabile, fatica e sudore dell’uomo; nonché la sua reale ricchezza essenziale come vera fonte di guadagno. La poetessa rafforza meglio questi concetti, nei suoi stupendi versi, dicendo, appunto:”Braccia nodose/vestite di un sussurro verde argento/accarezzano il ciclo senza tempo./Lo stormire delle foglie/racconta/degli uomini,/della fatica, del lavoro/mentre fili di perle ondeggiano al vento,/ricca promessa/di oro verde” (pag.12).

In effetti, grazie alla fervida creatività d’immaginazione, Anna Maria, riesce a sprigionare tante vere, calde, emozioni, dai suoi pensieri, particolarmente, costruttivi nella varietà dei suoi contenuti inestimabili; riportando alla luce il grande attaccamento e il lavoro impareggiabile dell’uomo. Anticamente, già esisteva un rapporto così strettamente affettivo tra uomo-terra ai tempi dei nostri avi, direi ancora oggi questo legame è così presente in distese aree agricole del nostro paese. Una terra sempre più amata e coltivata con instancabile passione, vivo ardore e tanto sudore, per ricavarne, non solo dei sostanziosi frutti per la comunità di mercato, come lavoro reale, ma, anche, come prevalente utilità quotidiana per il sostentamento della famiglia.

Ancora più autentica, si riscopre l’anima vera, di una valida poetessa, quando si confida ai versi, dicendo, nella bella poesia: “La Storia”: “Scriverò il libro,/per raccontare la storia/di tutto ciò che mi hai dato,/della vita vissuta./Avrei iniziato oggi/mentre la sabbia leviga/i margini del tempo …” (pag.19). E’ vero, l’artista, è disposta a scrivere la storia, sa che deve farlo. Nel suo nascondiglio dell’anima c’è anche questa priorità, quella di volere scrivere un libro per raccontare, poi, la sua storia. Ella, desidera farlo, è preparata a questo e, più ci pensa e più si accorge, che la sabbia leviga i margini del tempo. Dunque, intuisce la sottile patina di precarietà che caratterizza il nostro tempo, che non da mai tregua. Anzi, continua a scandire, flemmatico, con le sue ore interminabili, quel reale senso assoluto, di forte usura, nella sua corsa inarrestabile che, poi, lascia indietro ogni cosa.

Nei versi di “L’Acero Rosso” e “L’Albero di ciliegio”, si riscopre una poetessa perdutamente amante della serenità e tranquillità, sempre alla ricerca di uno spazio davvero irrinunciabile, quanto unico e magico, però essenziale, per chi scrive poesie. Anna Maria, lo sa perfettamente, per questi motivi va in cerca dei suoi angoli preferiti, li adora, li scova, per respirarne l’essenza e immergere tutta se stessa, nel profondo della vita e della libertà, per ammirare un ciclo stellato, oppure restare muta, dinanzi ad una donna, distante non troppo per riuscire a vederla, intenta a tagliare tranquillamente il pane sulla sua tavola, con la bontà laboriosa della brava massaia.

Orbene, tutte queste belle osservazioni, sono veri spunti per un modo speciale di intendere e di esprimere una nuova poetica, vera espressione di occhi realistici di un mondo che rimane, costantemente, osservato e descritto nel suo insieme. Nei versi: “L’Albero di ciliegio”, appunto, dice: “Nel giardino/dei cuori/incantati/non entrerò./Mai./ Resterò fuori/in attesa,/spiando/chi solo d’amore/sa vibrare./Io vivo nell’orto tranquillo/dietro la casa/ col ciliegio in fiore”, (pag.27). Ecco dunque l’angolo preferito di Anna Maria Folchini Stabile, che sa descriverlo molto attentamente, con lieve sfumature di autentica, straordinaria, bellezza.

Molto più significati e concreti, direi di notevole interesse, sono invece i versi di: “Pensando a Darwin”, in cui afferma: “Dalla notte del tempo/è custodito gelosamente il segreto/degli uomini/che siamo./Niente è scontato o casuale…. /Netta si staglia la grandezza dell’uomo/che sa riconoscerla.” (pag.31). Invero, la grandezza dell’uomo oggi la si può benissimo scorgere in Darwin geologo, grande studioso, grazie all’avventuroso e coraggioso viaggio intorno al mondo.

Un lungo viaggio, che durò quasi cinque anni, sul brigantino Beagle, in veste di naturalista, toccando le isole Canarie, isole di Capo Verde, Bahia San Salvador e le isole di Galàpagos, poi, ancora, La Nuova Zelanda, Australia, Capo di Buona Speranza e isola di Sant’Elena. Durante queste tappe di viaggio raccolse un’innumerevole varietà inestimabile di campioni, per meglio rafforzare le teorie dei suoi straordinari studi. Egli ebbe modo, così, di conoscere nuova vegetazione, sparsa in distese terre umide, molto stagnanti, dove la vegetazione, unica al mondo, era allora, pressoché sconosciuta; per affermare così la teoria dell’evoluzione, detta anche “Teoria dell’evoluzionista”, come elemento comune, ovvero quel sottile filo conduttore della diversità della vita. I suoi studi e le sue teorie furono confrontati nei grandi, disparati, musei del mondo, oggi sono ancora custoditi e apprezzati, ci danno un’immagine straordinaria, davvero luminosa, di questo noto studioso naturalista.

Di notevole valenza e altrettanto fascino trovo unica la bella poesia “Sciamana”, in cui dice: Comprendere ciclo e terra,/ sospesa a mezzo tra/ aria e oceano,/vestita di colori del sogno/ponte vivo che vola/tra Uomo e Dio…” (pag. 10) .

Va comunque detto che la prima Sciamana è la sibcriana Nadia Stepanova, nata a Burjatija una regione lungo il lago Bajkal, considerato il mare sacro, oggi repubblica della federazione russa. Ci sono poi le sciamane di Tuva, un’antica terra della Siberia, centro meridionale, estesa lungo il confine con la Mongolia. Queste sciamane sono in grado di mettersi in contatto con gli spiriti dell’aldilà e sanno fornire risposte adeguate ad enigmi o sciogliere dubbi che assillano la mente umana. Esse sono dotate di particolari caratteristiche sensitive e innata sensibilità che va oltre alla normale comprensione umana. In alcuni periodi dell’anno si rispettano e si praticano riti particolari per richiamare la protezione degli dei sui raccolti annuali o per invocare pioggia, in casi di siccità. Queste credenze sciamamene, per il bene della collettività, sono tutt’oggi molto diffuse, seguite e praticate presso le comunità di molti popoli.

Orbene, nella poesia “Sciamana” della poetessa è da intendere colei, ovvero se stessa, che con vivo desiderio vorrebbe assurgere a sé tutte quelle grandezze e facoltà necessarie, per arrivare ad un preciso fine o immediato obiettivo come quello di comprendere ciclo e terra, di vestirsi di colori per volare sopra le straordinarie distese tra aria e oceano. Lei vestita di colori da sogno, planando adagio con la sua generosa anima per arrivare lassù nei cicli, oltre l’immaginario, dove risiede Dio.

A mio dire, chi desidera leggere le poesie di Anna Maria Folchini Stabile, dovrà farlo, prefiggendosi, un’attenta, vera analisi delle poesie. In quanto, una rapida o scorrevole lettura, senza soffermarsi per capire, davvero l’anima della poetessa, è sconsigliabile. Altre liriche, di notevole interesse, sono senza alcun dubbio: “L’Età delle regine”, “L’aquilone”, “Via”, “Notte stellata”, “La vita insieme”, “Eventi”, “II mondo in uno sguardo”, “Come eri”, “Pensieri gelati”, “II cuore del poeta”, “Tempi”.

Infine, in cuore marinaio si scorge l’altra faccia di un’autrice introspettiva, che si interroga pensierosa, così tanto desiderosa di scoprire meglio chi sia lei veramente, e, con altrettanta inquietudine, afferma, in “Cuore marinaio”: “L’anima mia/naviga a vista/in un limbo si silenzi/tra scogli di sicurezze/e gorghi di possibilità/ So che ci sei/mio Doppio/mio Angelo mio Altro me,/quando la certezza viene meno/quando nel dubbio/rinunciare è la scelta….” (pag.30). Ecco, un’altra particolarità di un modo di sentire, così avvincente, che risalta fortemente, dentro di sé, la figura del dualismo, che comunque fa parte, nell’insieme, della profonda percezione dell’animo di un poeta. Lei lo avverte, come soltanto veri poeti sanno percepire, intimamente, per poter donare agli altri altre magnifiche poesie, ricche di autentico amore e forte intuito per la libertà, in senso assoluto.

In conclusione, versi plasmati tutti all’insegna d’intense gioie della vita quotidiana, rinnovate altresì da tante belle speranze ancora forti e preziosi sentimenti che sanno vibrano al cuore, lentamente, nuove calde emozioni.

 

ANNA SCARPETTA

 

QUESTA RECENSIONE VIENE PUBBLICATA PER GENTILE CONCESSIONE DELL’AUTRICE.

E’ SEVERAMENTE VIETATO DIFFONDERE E/O PUBBLICARE LA PRESENTE RECENSIONE IN FORMATO INTEGRALE O DI STRALCI SENZA IL PERMESSO DELL’AUTRICE.

Collana Smeraldo – Libri per ragazzi

2012, 146 p., brossura
Curatore Spurio Lorenzo
Illustrazioni di Michela Del Degan
ISBN 978-88-907190-1-1

TraccePerLaMeta Edizioni

Raccolta di 16 racconti che trattano gli aspetti della vita quotidiana nella forma delle favole. Ogni narrazione è arricchita dai disegni artistici di Michela Del Degan. Età di lettura: da 10 anni.

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Comunicati stampa:

http://scribereartem.blogspot.it/2012/10/la-letteratura-per-linfanzia-si.html

http://blogletteratura.com/2012/10/08/e-uscito-battiti-dali-nel-mondo-delle-favole-di-sandra-carresi-e-michele-desiderato/

http://vetrinadelleemozioni.blogspot.it/2012/10/battiti-dali-nel-mondo-delle-favole-di.html

http://intingendodiinchiostroversiealtro.blogspot.it/2012/10/battiti-dali-nel-mondo-delle-favole.html

http://www.bartolomeodimonaco.it/online/libri-in-uscita-battiti-dali-nel-mondo-delle-favole-di-sandra-carresi-e-michele-desiderato/

http://firenzenews.altervista.org/sandra-carresi-e-il-suo-battito-dali-nel-mondo-delle-favole/

http://www.culturaeculture.it/2012/10/battiti-dali-nel-mondo-delle-favole/14680

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madrelingua
di Julio Monteiro Martins
Besa Editrice, 2005
ISBN: 9788849702736
Pagine: 104
Costo: 10 €
Recensione a cura di Lorenzo Spurio

Le forme possibili d’amore nella vita adulta, all’infuori delle psicosi e delle perversioni, delle quali conosco davvero poco, potrebbero essere: l’amore suicida, l’amore assassino, l’amore genitale olfattivo, l’amore eternamente assente, l’amore scenografico, l’amore sadomasochista, l’amore complice esistenziale, l’amore disperato, l’amore alla luce del fuoco e l’amore di Carnevale.

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Che cos’è madrelingua? Un romanzo breve vertente sulla lingua del paese d’origine dell’illustre autore, ossia il portoghese brasiliano? No, siamo fuori strada. Il libro parla di come si scrive un libro, ma non è un saggio. E’ un romanzo. E’ un romanzo sul romanzo. Julio Monteiro Martins, celebre autore in lingua portoghese brasiliana e in italiano e direttore della prestigiosa rivistaSagarana, non è la prima volta che affronta una tematica referenziale in un suo scritto. Referenziale senza accezioni di giudizio valutativo, ma nel suo contenuto. Ci si riferisce alla referenzialità o alla meta-letteratura[1]quando la finalità di un testo non è quella di raccontare una storia – bella o brutta che sia- ma quello di far riflettere sul testo stesso, su come esso è scritto, quali sono i procedimenti che sottendono l’intero lavoro, quali sono i legami “nascosti” tra autore e libro, tra autore e prodotto finale.

Nel preambolo di questo meraviglioso romanzo – aggettivo che non uso mai nelle recensioni, non perché non abbia trovato libri degni di tale complimento, ma perché generalmente non si attiene allo stile critico di valutazione di un testo – si affrontano queste tematiche e l’autore sottolinea subito una cosa che potrebbe sembrare banale o sulla quale non abbiamo mai riflettuto: “La storia del romanzo, così com’è stata raccontata finora, è la storia dei romanzi finiti, ossia delle opere che sono giunte alla compiutezza e alla conclusione desiderata dai loro autori. È quindi una storia parziale, che esclude e ignora quei più di due terzi di romanzi scritti e mai conclusi, abbandonati a metà strada, ingarbugliati su se stessi, troppo sconvolgenti per i nervi dei loro autori, di sbilenca architettura, ossessionati da cose che non interessano a nessuno, anacronistici, demenziali, avanguardisti all’estremo, diffidenti delle possibilità del romanzo come genere, troppo banali, o troppo poco banali per le esigenze contemporanee”. Quello che il lettore del libro percepisce come un’unita tematica, stilistica, contenutistica in un dato libro in realtà non è che la summa di vari stili, temi e contenuti che l’autore ha cercato di coniugare in una narrazione unica. Ma non solo. Il romanzo, o il libro in generale, non è fatto solo dal suo contenuto, da ciò che è presente, ma anche dal non-contenuto, qualcosa che è assente sulla carta, ma che ha rappresentato stadi intermedi della stesura dell’autore, momenti di stasi o ripensamenti, cambi di stesura, stravolgimenti, rallentamenti, ellissi e quant’altro. Sembra di parlare del nulla, ma in realtà non è così.

Un romanzo lasciato a metà, incompiuto o tralasciato, non è un qualcosa da considerare negativamente, tutt’altro. E’ affascinante – o potrebbe esserlo- indagare il motivo di quella incompiutezza, le ragioni intrinseche che hanno portato l’autore a tralasciarlo e a preferire di scriverne uno completamente diverso. Milioni sono le opere incompiute in ciascuna letteratura, ma anche queste debbono essere tenute in viva considerazione ed è forse lì – come suggerisce lo stesso Julio Monteiro Martins – che il legame tra vita-letteratura, tra l’esperienza dello scrittore in quanto essere umano e il suo impegno in qualità di letterato si mostra in maniera indissolubile.[2]

La storia della letteratura, pertanto, è  –dovrebbe, dato che nei manuali non è così- fatta anche dai libri incompiuti, dai libri perduti e dimenticati, dai libri bruciati al rogo, dai libri censurati, messi a tacere, dai libri persi per una mancata conservazione. Non è fatta solo dai libri presenti nelle nostre biblioteche, disponibili e consultabili, ma anche da tutti quegli esperimenti di scrittura che per qualche motivo non hanno qui nella nostra contemporaneità una consistenza fisica – o digitale se pensiamo agli e-book– o comunque una disponibilità di lettura.

madrelingua – notare la minuscola della lettera iniziale[3] – è un romanzo doppio o, meglio, che sviluppa due storie parallele, quella dell’autore dimadrelingua e quello del suo personaggio principale. Entrambi, ovviamente, sono prodotti di Julio Monteiro Martins ed è necessario entrare da subito, già dall’inizio, nell’ottica di come è strutturato questo romanzo. Manoel Alves dos Santos, detto Mané, parla in terza/prima persona; tra parentesi quadre, invece, ci vengono date informazioni aggiuntive che non riguardano lui ma l’autore di madrelingua. Paradossalmente questi è e non è Julio Monteiro Martins. Lo è in termini semplicistici, pratici, ma non lo è nell’artifizio narrativo, nella strategia di comunicazione che ha deciso di impiegare. Uno stralcio del romanzo per comprendere questo dualismo narrativo è necessario per chiarire quanto si sta appena argomentando:

Sono lo stesso di sempre, nient’altro: Manoel Alves dos Santos, detto Mané, che ha vissuto ormai per sessant’anni [io invece ne avevo solo 46 quando ho scritto questa pagina]. Nato a Niterói [anch’io!],trasferitosi a Firenze [io a Lucca] nel periodo Craxi [nel periodo Dini]. Un bel cambiamento, senz’altro, ma sessant’anni non sono mica pochi, eh. E questa è una lunga storia, vissuta da Icaro e da Sisifo, da Teseo e da Pulcinella [caspita! povero lettore…].

Per facilitare la comprensione si riporta in grassetto la parte che concerne il protagonista del romanzo, Mané, scritta in terza persona e la parte tra parentesi quadre e sottolineata che corrisponde, invece, all’anonimo autore dimadrelingua, una voce che, invece, è in prima persona.

In questa maniera praticamente leggiamo due storie in una, due romanzi in uno e ciascuna storia ha legami e riflette l’altra in modo che l’intera narrativa non è che un carosello ritmato di voci che si scambiano, si confrontano, un dialogo che si instaura tra due “monologhi ravvicinati e comunicanti”.

Continuando nella lettura ci rendiamo conto che tutti gli incisi nelle parentesi quadre non sono altro che i pensieri dello scrittore stesi sulla carta nel momento in cui è alle prese con il suo romanzo. E’ un flusso di coscienza che ci informa su cosa sta pensando l’autore, cosa vorrebbe narrare, come la pensa su certe cose. Si tratta, in effetti, del pensiero stesso dello scrittore nell’atto di elaborare le vicende del suo romanzo, le suggestioni, gli interrogativi che, curiosamente, Julio Monteiro Martins stende sulla carta perché anche quella è una componente del romanzo-prodotto finale. Vediamone un chiaro esempio:

Miranda ha conosciuto Carlo Giuliani a Genova [ho scritto questo brano e subito ho pensato di cancellarlo, perché mi sembrava una forzatura, l’inserzione di un elemento estraneo alla narrativa solo perché volevo parlare di lui. Ma poi ho deciso di lasciarlo comunque: non è del tutto inverosimile che lo avesse conosciuto, magari un po’ più giovane di lei, il giro potrebbe essere più o meno lo stesso, feste nei centri sociali, spettacoli alternativi di musica, cabaret, spiagge… dài, ce lo lascio], circa un anno prima che fosse assassinato dalle ”forze dell’ordine”..

Non mi interessa in questa sede tratteggiare quello che è il contenuto di questo romanzo breve, ma focalizzarmi, invece, su come è stato scritto. E’ affascinante il modo in cui Julio Monteiro Martins riesca a scindersi, a sdoppiarsi e ad essere presente ubiquamente in realtà, tempi ed episodi diversi. Questo, ovviamente, è il potere della scrittura. Non di una scrittura frivola e approssimativa, ma di un amore indissolubile verso la letteratura e verso i procedimenti di scrittura e costruzione della narrativa che stanno molto a cuore a Julio Monteiro Martins. Narrazioni come questa ci fanno viaggiare, tra realtà e immaginazione – sebbene non ci sia niente di fantastico-, ci spaesano un po’, ci disorientano, ma ci affascinano proprio perché l’autore, abile maestro della prosa, gioca con il lettore, richiamando la sua attenzione e coinvolgendolo a pieno nei vari squarci narrativi tanto da depistarci, illuderci, e farci confondere il confine tra realtà e scrittura, tra persona e personaggio:

[P]rima di andarmene, vorrei chiedervi:  – e non occorre che mi rispondiate – è vero o no che alcuni dei vostri migliori amici, o se non altro quelli che vi hanno deluso di meno, sono stati personaggi come me?

 

Chi è l’autore?

Julio Monteiro Martins è nato nel 1955 a Niteroi, nello stato di Rio de Janeiro (Brasile). Si dedica alla scrittura fin da ragazzo e già nel 1976 pubblica i primi racconti. Nel 1979 partecipa allo International Writing Programdella University of Iowa (USA), ricevendo il titolo di Honorary Fellow in Writing, e per un anno insegna scrittura creativa al Goddard College (Vermont, USA). Continua poi l’insegnamento presso la Oficina Literária Afrânio Coutinho (Rio de Janeiro), dal 1982 al 1989, e in seguito in Portogallo, presso l’Instituto Camões di Lisbona (1994) e presso la Pontifícia Universidade Católica do Rio de Janeiro (1995). Dal 1996 insegna all’università di Pisa, dove attualmente tiene il corso di Lingua Portoghese e Traduzione Letteraria. Dirige inoltre il Laboratorio di Narrativa del Master di Scrittura Creativa, presso la Scuola Sagarana di Lucca. È fondatore e direttore della rivista culturale Sagarana (www.sagarana.net).

All’attività di scrittore e docente affianca un impegno attivo in campo politico e sociale. Nel 1983 è uno dei fondatori del del Partido Verde brasiliano, e successivamente, nel 1986, del movimento ambientalista brasiliano “Os verdes”. Nel 1991, avendo affrontato studi universitari di indirizzo giuridico, è avvocato dei diritti umani per il Centro Brasileiro de Defesa dos Direitos da Criança e do Adolescente (ONG), occupandosi in particolare dell’incolumità dei meninos de rua chiamati a testimoniare in tribunale, in seguito all’orrenda strage della Chacina da Candelária, nella quale una squadra di poliziotti in borghese uccise nel sonno a colpi di mitra bambini abbandonati che dormivano in strada a Rio de Janeiro.

La produzione letteraria di Julio Monteiro Martins comprende numerose opere sia in portoghese brasiliano sia in italiano, essendo quest’ultima la lingua attualmente preferita dall’autore. Pur prediligendo la forma narrativa, Monteiro Martins ha pubblicato anche poesie e pièce teatrali. Da alcune sue opere sono state tratte sceneggiature di cortometraggi. Di seguito i principali titoli.

In portoghese: Torpalium (racconti, Ática, São Paulo, 1977), Sabe quem dançou?(racconti, Codecri, Rio, 1978) Artérias e becos (romanzo, Summus, São Paulo, 1978), Bárbara (romanzo, Codecri, Rio, 1979), A oeste de nada (racconti, Civilização Brasileira, Rio, 1981), As forças desarmadas (racconti, Anima, Rio, 1983), O livro das Diretas (saggi politici, Anima, Rio, 1984), Muamba (racconti, Anima, Rio, 1985) e O espaço imaginário (romanzo, Anima, Rio, 1987); suoi lavori sono inoltre apparsi in numerose antologie.

In italiano: Il percorso dell’idea (poesie, Bandecchi e Vivaldi, Pontedera, 1998),Racconti italiani (Besa Editrice, Lecce, 2000), La passione del vuoto (Besa, Lecce, 2003 ), Madrelingua (romanzo, Besa, Lecce, 2005) e L’amore scritto(racconti, Besa, Lecce, 2007); ricordiamo infine la partecipazione, assieme ad Antonio Tabucchi, Bernardo Bertolucci, Dario Fo, Erri de Luca e Gianni Vattimo, all’opera collettiva Non siamo in vendita – voci contro il regime (a cura di Stefania Scateni e Beppe Sebaste, prefazione di Furio Colombo, Arcana Libri / L’Unità, Roma, 2002). Nel 2011 è stata pubblicata la monografia sulla sua operaUn mare così ampio: I racconti-in-romanzo di Julio Monteiro Martins, di Rosanna Morace, per la Libertà edizioni, di Lucca.

Lorenzo Spurio
scrittore, critico-recensionista
Blog Letteratura e Cultura

E’ SEVERAMENTE VIETATO DIFFONDERE E/O PUBBLICARE LA PRESENTE RECENSIONE IN FORMATO INTEGRALE O DI STRALCI SENZA IL PERMESSO DA PARTE DELL’AUTORE.

Fantasmi di Matteo Dondi

con prefazione a cura di Luca Milasi
Limina Mentis Editore, Villasanta (MB), 2010
Collana: Ardeur
ISBN: 978-88-95881-24-9
Numero di pagine: 58
Costo: 10,00 €

Recensione a cura di Lorenzo Spurio
Collaboratore di Limina Mentis Editore

Così sono gli uomini
E così sono i sogni
Se non son veri
Sono solo fantasmi.

(“Fantasmi”, p. 45)

Dopo una prima silloge dal titolo Naos, pubblicata dalla casa editrice romana Il Filo, Matteo Dondi torna con una nuova pubblicazione dal titolo Fantasmi. Il libro che andrete a leggere – libricino, in realtà dato che conta di appena cinquantotto pagine- contrariamente al titolo non ha niente di fantastico, gotico o di ectoplasmatico. Il significato e il senso dell’intera silloge va forse ritrovato in una delle liriche iniziali dal titolo “Déjà vu” dove Matteo Dondi descrive il genere umano attorniato da un velo inconsistente e indistinto, una pellicola di vapore, un’ombra che vive “nei paraggi delle nostre vite”. E’ in questa simbiosi di materia e di alone immateriale che si realizza l’esistenza umana tra il corporeo e l’aereo, tra il materiale e l’aldilà. “Nell’estasi eterna di un dèjà vu/ Nell’odore acre di desideri bruciati/ Ridendo a crepapelle/ Troviamo la nostra fine” (p.25), conclude Dondi.

Matteo Dondi sintetizza nelle liriche presenti in questa raccolta le sue vedute –principalmente di carattere filosofico e religioso- in una serie di poesie dall’andatura lenta, cadenzata e ritmata. L’intera raccolta si fonda su alcuni temi centrali che poi ritornano in maniere e forme diverse per tutto il libro: il tempo che scorre, il dubbio sull’aldilà, la morte. Non mancano, però, anche riferimenti più concreti al suo vissuto di uomo-scrittore, riscontrabile nei tanti ricordi, episodi di un passato lontano che però restano vividi nella mente del poeta come avviene in “Adolescenza” dove Matteo Dondi imprime: “Beata l’adolescenza/ che tutto accoglie/ e con la piega spavalda/ agli angoli della bocca/ ogni avversità affronta” (p. 46).

Come sottolinea Luca Milasi nella lunga nota introduttiva, la poetica di Matteo Dondi si basa su una pluralità di stili letterari ed è per questo corposa, plurimaterica, difficilmente catalogabile in un genere o in una corrente. Prevalgono i toni mesti e crepuscolari per l’esplicita volontà del poeta di richiamare quell’ “assente sempre presente” che è la Morte e che, dal giorno della nostra nascita, in qualche modo ci avvolge e ci riguarda. E’ forse compito del poeta, acuto esegeta del mondo che gli è toccato di vivere, domandarsi su di essa, forse per esorcizzarla o per tentare di conoscerla meglio e allontanarla da sé. Matteo Dondi utilizza metafore, analogie e costruzioni verbali per far continuo riferimento ad essa: a volte è un’ombra, a volte è l’imbrunire della sera, altre volte un fantasma, altre volte ancora il tutto si semplifica in versi come “In attesa del peggio” (p. 30). Il manifesto della “signora oscura” è forse presente nella lirica intitolata “Gravità= M2” dove quella “m” elevata alla seconda potenza ha una forza doppiamente maggiore. La “m” richiama la malattia, stato patologico dell’uomo che nei casi peggiori o insanabili conduce alla morte, l’altra parola a cui la “m” si riferisce. Ma la cosa più grave, sembra suggerire il poeta, non è la morte in se stessa, ma l’oblio che da essa deriva, la cancellazione dei ricordi, dei momenti, del passato, la dimenticanza, il fare tabula rasa di una persona, della sua esistenza. Nella lirica, infatti, conclude: “Morte, dolore, ancora morte/ Poi oblio” (p. 43).

La silloge, però, rifugge la morbosità e non condivide a pieno una prospettiva completamente pessimista o addirittura allarmista: segnali di positività, di speranza ci sono ed essi sono soprattutto presenti nelle invocazioni a Dio: “Dio fatti presente” (p. 28) o nei ringraziamenti: “Grazie a te o Dio” (p. 48).

Chi è l’autore?

Matteo Dondi è nato nel 1978. Si è laureato ad DAMS di Bologna con una tesi sul compositore Alessandro Peroni di cui ha curato il catalogo delle opere. Musicista e autore, ha pubblicato varie produzioni discografiche, fondato e militato in numerose band; nel 2003, con il videoclip “She’s still rockin’”, da lui scritto, suonato, diretto e interpretato è giunto in finale al “Premio Videoclip Italiano” (MEI, Faenza). Come critico e giornalista collabora con alcune riviste. Nel 2008 ha pubblicato la raccolta di poesia Naos (Il Filo Editore, Roma). E’ presente come autore nella raccolta poetica DemoKratika (Limina Mentis Editore, Villasanta).

Lorenzo Spurio

scrittore, critico-recensionista

Collaboratore di Limina Mentis Editore

E’ SEVERAMENTE VIETATO DIFFONDERE E/O PUBBLICARE LA PRESENTE RECENSIONE IN FORMATO INTEGRALE O DI STRALCI SENZA IL PERMESSO DA PARTE DELL’AUTORE.

Come definire questo libro?

Un itinerario fra i giardini nelle varie epoche, attraverso visioni di scrittori diversi?

Un atlante istruttivo e dettagliato d’analisi e concentrati di scrupolose notizie?

Un incanto attraverso tante meravigliose menti che hanno descritto luoghi fatati, paurosi, curiosi, tetri, allegri, bui o pieni di luce?

Questo libro è tutto questo.

la metafora del girdino in letteraturaLa metafora del giardino in letteratura“. Un volume, scritto da due giovani e preparati autori; Lorenzo Spurio e Massimo Acciai, che passo dopo passo, attraverso i loro modi di vedere, ci regalano le loro impressioni in una sorta di commenti ben elaborati ed estremamente delineati da un ottica attenta e critica,  riuscendo a creare veri e propri saggi sull’argomento, saggi che arricchiscono la curiosità nel lettore, proponendo alcune pagine di  testi letterari scritti da autori di opere fantasy e altri testi  scritti da autori di contenuti classici.

Autori come Lewis Carrol, C.S.Lewis, Borges, Dino Buzzati, Anton Cechov ecc..

Sarà un viaggio attraverso i giardini in decadenza, giardini poveri di alberi, di fiori e di verde,giardini sfarzosi e incredibilmente vasti, giardini sterili e di cemento, giardini rigogliosi e prosperi.

Di ogni giardino, ne verrà data visione  attraverso alcuni  passi tratti da romanzi, opere e poesie e analizzata in maniera encomiabile da Spurio e Acciai che identificheranno con precisione e accuratezza,  il simbolismo, l’essenza, il periodo storico, di queste aree verdi dove da sempre sono luogo di amori, nascondigli, estasi, o cupi anfratti, tetre boscaglie o confini per alcuni.

Una lettura che appassiona, che coinvolge e che regala il piacere di saperne di più, perché la metafora del giardino non è altro che la simbiosi fra l’uomo e la natura, la materia e lo spirito, giardini dove, come nell’uomo , si nasconde un dualismo fatto di bene e male, di gioia e peccato.

Vi saranno le descrizioni sugli stili dei vari giardini a secondo delle località e del periodo storico, e quindi riferimenti ai giardini barocchi, inglesi, rinascimentali e non mancheranno  le descrizioni ai giardini paradisiaci come il giardino dell’Eden che nella sua bellezza, nasconde il mistero e  la paura.

Il giardino, che attraverso gli occhi degli autori è sicuramente sinonimo di vita, di germoglio, di percorso, dove a volte vi sono fiori, altre volte recinti, altre ancora fontane; giardini come metafore alla vita e alla sua emozionalità, vite aride come giardini cementati, vite felici come i giardini rigogliosi, esistenze misteriose come i giardini fantastici, bui come l’angoscia, aridi come la solitudine.

Simbolismi e similitudini, in un girotondo di continua morte/vita come lo è la vita di una pianta/fiore o la speranza della vita stessa dopo la morte terrena.

Il giardino emblema di un luogo caro, cercato, costruito e desiderato fin  dall’antichità come scelta dell’uomo nella funzione di oasi di qualcosa oltre la materia, un luogo dove sognare e sperare, ma anche piangere e chiudersi in solitudine.

Un libro che può dare mille risposte, a secondo di cosa un lettore cerca: conoscenza?, curiosità?, riflessione?.

Senza dubbio Lorenzo Spurio e Massimo Acciai, ci aprono una finestra nella visione totale di un pensiero e a tante considerazioni che , forse, senza questo libro, non ci avrebbero  neppure sfiorato!.

Written by Marzia Carocci

Antologia 1° Concorso Letterario Nazionale TraccePerLaMeta Poesia e Narrativa

Collana Arancione – Antologie di Concorsi

2012, 200 p., brossura
Curatore Spurio Lorenzo
ISBN 978-88-907190-0-4

TraccePerLaMeta Edizioni

Raccolta antologica dei testi vincitori delle sezioni di Narrativa e di Poesia, selezionati e scelti per la pubblicazione presentati dagli autori partecipanti al Primo concorso letterario di TraccePerLaMeta.

Autori presenti in questa antologia:

Alberto Arecchi, Rita Arrabito Latina, Luigi Balducci, Mariagrazia Bellafiore, Romano B. Bianchi, Antonio Bicchierri, Lucia Bonanni, Roberta Borgianni, Giovanni Bottaro, Christian Bozza, Rosalba Calcagno, Maria Antonia Calopresti, Maria Palma Capobianco Migliorini, Anna Maria Cardillo, Daniela Casazza, Marilisa Cavion, Annalisa Civitelli, Fabio Clerici, Pierangelo Colombo, Fabiola Colombo, Salvo Di Pietro, Salvatore Di Pietro, Amalia Ercoli Finzi, Mattia Ferraro, Alessandro Fiorentino, Federica Franzetti, Annamaria Ghizzoni, Silvia Giacomini, Aldo Giordanino, Andrea Grassi, Carmela Iacono, Alessandro Indelicato, Patrizia Landucci, Cettina Lascia Cirinnà, Paolo Lorussi, Manuela Magi, Lucia Manna, Salima Martignoni, Lucia Milani, Alessandro Moschini, Virginia Murru, Rosa Panzardi, Anna Peciarolo Bordini, Anita Peloso Vallarsa, Marzia Polerà, Stefano Reggiani, Enrico Rigamonti, Liborio Rinaldi, Massimo Rozzi, Giovanni Ruccia, David Sciuga, Annalisa Soddu, Francesca Sommantico, Annamaria Stroppiana Dalzini, Marisa Tagliabue, Valter Urbini, Francesca Usardi, Carmine Valendino, Roberta Vedovato, Anna Verlezza.

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Il 21 marzo, primo giorno di primavera, è anche la giornata mondiale della poesia. L’Associazione Culturale TraccePerLaMeta, al suo esordio nel panorama culturale italiano, ha scelto il mese di marzo per indire il:

1° Concorso Letterario Nazionale di Poesia e Narrativa TraccePerLaMeta – Edizione 2012

Poesia: scadenza 30 aprile 2012
Narrativa: scadenza 10 maggio 2012

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1° Concorso Letterario Nazionale di Poesia e Narrativa TraccePerLaMeta – Edizione 2012

PREMIAZIONE 23 GIUGNO 2012 – LUINO (VA)
Poesia e Narrativa

L’Associazione Culturale TraccePerLaMeta invita tutti alla premiazione
che sarà a Luino (VA) presso la
Galleria d’Arte di via Felice Cavallotti 24 il
23 giugno 2012 alle ore 17:00.